«Questo matrimonio s’ha da fare», Belusconi e Salvini uniti per le Regionali
ROMA — È arrivata l’intesa tra Berlusconi e Salvini, quindi via libera all’accordo tra Forza Italia e Lega Nord per le Regionali del prossimo 31 maggio.
Dopo la chiusura ed i malumori dei giorni scorsi sulla probabile coalizione, giù ad inghiottire alcuni bocconi, come detto da Matteo Salvini parlando della candidatura dell’eurodeputato forzista Giovanni Toti in Liguria: «È un sacrificio per vincere, se gli alleati ci chiedono di fare un passo indietro per raggiungere questo scopo, lo facciamo». Quindi Toti in cambio di Luca Zaia in Veneto, sostenuto da Belusconi.
Come chiarito da Salvini, su Toti non ci sono scambi, ma solo la convinzione che uniti si è vincenti. E a chi faceva notare a Salvini, al termine del Consiglio straordinario regionale ligure, che Toti non fosse ligure, si sentiva rispondere che Raffaella Paita, candidata del centrosinistra, «è ligure ma ha fatto più danni lei di tanti non liguri».
Anche in Umbria appoggio congiunto al sindaco di Assisi, Claudio Ricci, mentre per quanto riguarda la Campania, il Carroccio ha fatto sapere che non presenterà alcuna lista. Nelle altre regioni, la corsa dei due partiti sarà indipendente.
Superato dunque lo scoglio Toti in Liguria, Edoardo Rixi ora farà un passo indietro e toglierà la propria candidatura.
L’asse Forza Italia-Lega Nord punta a vincere, con Salvini che ha come obiettivo quello di portare la Lega ad essere il primo partito, raddoppiando i voti dell’anno scorso.
Nessun accordo firmato per siglare il patto sulle Regionali perché «non servono le firme, basta una telefonata».
Ormai è consuetudine acquisita che la temperatura politica si misuri dalle reazioni sui social network, e le prime reazioni dell’elettorato leghista sono di delusione.
A molti militanti della Lega l’accordo tra Berlusconi e Salvini non piace e si sentono traditi da una mossa vissuta come un baratto, svendere cioè la Liguria per non perdere il Veneto.
Scatenati i sostenotori di Rixi che al suo post su Facebook rispondono che avrebbe dovuto «resistere fino all’ultima trincea», si doveva rischiare e andare senza Berlusconi perché «la coerenza premia, in Veneto avremmo vinto lo stesso e Forza Italia in Liguria non conta più niente».
Tensioni anche in Forza Italia, dove l’alternativa di non fare accordi è stata dibattuta fino all’ultimo ed è stata al centro della discussione avvenuta a Palazzo Grazioli tra Berlusconi e Denis Verdini, alla presenza di Gianni Letta, Fedele Confalonieri e Niccolò Ghedini. La posizione di Verdini diverge dalla linea ufficiale del partito anche in tema di legge elettorale, attesa alla Camera dopo lo stop pasquale.
In questa occasione Berlusconi avrebbe più volte citato Sarkozy nella convinzione che Forza Italia debba seguire le mosse fatte dall’ex presidente francese e correre da sola alle politiche.
Il Cavaliere vuole assolutamente evitare di alimentare la confusione palpabile all’interno del suo partito e non desidera nuove tensioni dopo il passaggio al gruppo Misto dell’ex coordinatore azzurro Sandro Bondi e della sua compagna, la senatrice Manuela Repetti.
Paola Mattavelli
2 aprile 2015