Renzi Ministro ad interim in attesa di affidare ad un «suo» politico il Ministero di Porta Pia?
ROMA — Ieri il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha affidato ad interim il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti al Presidente del Consiglio Matteo Renzi, il tutto comunicato in una lettera inviata dallo stesso Premier alla Presidenza della Camera e letta dalla Vicepresidente Marina Sereni in apertura della seduta pomeridiana.
Un faccia a faccia quello tra Renzi e Mattarella durato più di un’ora e necessario per concordare non tanto l’interim del Premier, praticamente già deciso venerdì scorso in seguito all’ufficializzazione delle dimissioni di Lupi, ma per stabilire tempi e obiettivi dello stesso.
Renzi ha quindici giorni non solo per trovare il nome del successore di Lupi, probabilmente un politico e non un tecnico, ma anche per semplificare il dicastero di Porta Pia e analizzare alcune ipotesi anche in previsione dell’ormai prossima Expo.
La scelta del politico consentirebbe a Renzi di tener sotto il controllo del Governo il giro imponente degli appalti proprio in prossimità di un avvenimento fondamentale per la ripresa dell’economia italiana.
Per Renzi è fondamentale ora che la politica sia centrale nelle scelte e non abdichi ai tecnici responsabilità proprie di una «democrazia decidente».
Per il momento il sottosegretario Graziano Delrio sarebbe il più gettonato se non fosse per la sua delega ai Fondi UE che rimarrebbe scoperta a Palazzo Chigi per questo cambio di ruolo. Lui nicchia, affermando: «Io al Ministero delle Infrastrutture? Dovete chiedere al Presidente del Consiglio, non a me».
Altro nome, che riporterebbe equilibrio come presenza Ncd al governo dopo l’uscita di Lupi, è quello di Gaetano Quagliarello, coordinatore nazionale del partito di Alfano, ma lo stesso Quagliarello a smentire questa possibilità: ««No, non sarò ministro. Premesso che in politica vale la regola per cui gli incarichi si derivano e non si strappano, sto facendo una cosa che mi interessa e che credo abbia un’utilità per il mio partito, quindi sono concentrato su questo».
Anche Andrea Guerra e Deborah Serracchiani rimangono tra i papabili alla guida di questo Ministero.
Sembra allontanarsi l’ipotesi del sottosegretario Luca Lotti, per uno spacchettamento del Ministero ormai accantonato per i tempi lunghi richiesti da una simile procedura, come sembra allontanarsi il nome del magistrato Raffaele Cantone, per il suo incarico a capo dell’Anac ritenuto attualmente cruciale e assolutamente da mantenere, oltre a non essere una soluzione politica.
Voce critica verso questo Ministero ad interim rimane quella di Renato Brunetta, che al posto di questa scelta avrebbe preferito un invito a Renzi da parte del Presidente Mattarella al fine di respingere le dimissioni di Maurizio Lupi, «sarebbe stato un bel messaggio repubblicano».
Paola Mattavelli
24 marzo 2015