Napolitano e il discorso che benedice Renzi: “Non si attenti alla continuità di questo nuovo corso”

ROMA- Tutti stavano aspettando il discorso del Presidente della Repubblica di oggi pomeriggio. Tutti chiedevano indiscrezioni circa il termine del suo mandato. Ma Napolitano -durante il tradizionale scambio di auguri con le Alte Cariche dello Stato al Quirinale- non ha fatto nessun riferimento ad un suo disimpegno. Tema questo che negli ultimi mesi è divenuto uno degli argomenti più rilevanti della politica interna.
Il Capo dello Stato, ha affrontato altri problemi legati alla stabilità dell’Italia: “Non possiamo essere ancora il Paese attraversato da discussioni che chiamerei ipotetiche: se, quando e come si possa o si voglia puntare su elezioni anticipate; o se soffino venti di scissione in questa o quella formazione politica, magari nello stesso partito di maggioranza relativa. È solo tempo, e inchiostro, che si sottrae all’esame dei problemi reali, anche politici; è solo un confuso, nervoso agitarsi che torna ad evocare, in quanti seguono le vicende dell’Italia, lo spettro dell’instabilità. E il danno può essere grave”.
Napolitano ha poi osservato: “Le prove che noi, sistema Italia e democrazia italiana, abbiamo davanti, sono ancora pesanti”. “Dobbiamo procedere con coerenza e senza battute d’arresto sulla via delle riforme. La disoccupazione, e in particolar modo quella giovanile, è a livelli ancora insopportabilmente alti”.
Un discorso molto “renziano” quello del Capo dello Stato che esprime la necessità ed il “bisogno di esprimere fiducia sulle potenzialità dell’Italia”.
Dalle parole del Presidente arrivano segnali incoraggianti. Dopo aver elogiato la realtà produttiva italiana, Napolitano ha sottolineato i “non trascurabili apporti” alla soluzione della crisi arrivati a lui sia dal ministero dell’Economia che dal presidente del Consiglio Renzi con un’opera di cui “non si può obiettivamente negare la rilevanza e l’efficacia”. Di qui il monito: “Non si attenti alla continuità di questo nuovo corso”.
Napolitano si dice consapevole del “malessere diffuso tra milioni di famiglie impoverite, tra giovani che si vedono senza prospettive, tra lavoratori che sentono vacillare ogni sicurezza”. C’è molta sofferenza autentica” – ha detto- “e c’è dunque tensione, volontà di reagire, impulso di protesta più che di rassegnazione”.
Un clima che secondo Giorgio Napolitano “deve preoccupare” perché “impregnato di negatività e troppo lontano da forme di dialogo”. “Ed allora dico” –ha poi continuato- “non solo, ma anche ai sindacati che sempre auspico costruttivamente uniti a cominciare dalle maggiori confederazioni-: rispetto delle prerogative di decisione del governo e del Parlamento, senza improprie e devianti commistioni, nel rispetto del ruolo che è naturale dei sindacati, di rappresentanza e negoziale; e sforzo convergente di dialogo anche su questioni vitali di interesse generale”.
Poi in conclusione parole di incoraggiamento e di sfida: “I nostri amici in Europa e nel mondo si attendono da noi nuove e serie prove di continuità nel cambiamento”
Luigi Carnevale
16 dicembre 2014