Il Quirinale al centro dell’incontro Prodi- Renzi, ma il premier non avanza proposte

ROMA – Romano Prodi torna a Palazzo Chigi dopo un’assenza di sei anni. Il premier Matteo Renzi ha accolto ieri il Professore, il quale ha accettato il confronto con il nuovo leader del Pd sulla politica europea e sulle altre questioni internazionali, questioni che hanno celato l’intenzione di conversare sul futuro del Quirinale.
Il colloquio, durato due ore, ha permesso al premier Renzi di accontentare Prodi, trattando alcuni nodi internazionali, in primis Libia e Ucraina, e allo stesso tempo di arrivare a perseguire il vero obiettivo dell’incontro, cioè discutere della nuova presidenza della Repubblica. «Caro Romano, lo sai, io non posso blindare nessuna soluzione, credo che serva un presidente di garanzia, ma Berlusconi ha espresso un veto nei tuoi confronti» ha dichiarato Renzi, assicurandogli di essere la figura ideale nel caso di imprevisti: «Certo, se dopo le prime votazioni, si determinasse un impasse, un boom di franchi tiratori, a quel punto dovremmo andare su un “piano b” e il candidato più autorevole saresti tu».
Scartato il nome di D’Alema, personalità che non può essere usata contro Berlusconi, Prodi sembra essere il candidato ideale per i democratici, perché è apprezzato da una buona parte del Partito e la sua candidatura costituirebbe uno strumento contro il leader azzurro, costretto ad appoggiare le riforme di inizio anno, piuttosto che accettare Prodi come Capo dello Stato.
Non c’è stata una proposta diretta da parte di Renzi, ma semplicemente il premier ha voluto tastare il terreno, verificando la disponibilità del Professore, il quale ha sottolineato di «non voler essere bruciato un’altra volta, come nel 2013, con Berlusconi e D’Alema».
Benedetta Cucchiara
16 dicembre 2014