Di Battista non si ricandiderà per la Repubblica dello Spritz
Clamorose dichiarazioni da parte del parlamentare pentastellato Alessandro Di Battista: “Non mi ricandido. L’ho deciso. Se arriviamo al 2018, io non mi ricandido. Non vedo l’ora di uscire di qui, per non avere più a che fare con queste merde”. Parole forti per uno dei portavoce del Movimento più apprezzati per la sua proverbiale lotta allo spreco e ai privilegi all’interno e all’esterno dell’emiciclo. Parole forti ma anche poco confortanti in quanto racchiudono il senso di frustrazione di tutti coloro che vorrebbero cambiare l’attuale situazione ma che – scoraggiati e affranti – preferiscono abbandonare la nave prenotandosi un posto in scialuppa piuttosto che affrontare il mare grosso. Da qui al 2018 può ancora succedere di tutto, ma l’aver rilasciato queste dichiarazioni sicuramente avrà influenza anche sul bacino elettorale pentastellato e sul morale dei cittadini comuni.
“Io non sono un talebano – racconta Di Battista al cronista dell’agenzia ‘Dire’ – oddio, ognuno c’ha i suoi problemi. E anche noi c’abbiamo il nostro. A noi ci possono dire che siamo ingenui. E cazzate comunicative ne facciamo, come no. Ma non siamo come queste merde. Io non ce la faccio più a restare. Non vedo l’ora di andare davanti a una telecamera e fare un video in cui dico: ‘eccomi qua, in questi anni ho fatto tutte queste cose, ho fatto risparmiare allo stato 300mila euro. Ora però, me ne vado'”.
E ancora: “Voglio tornare a fare il giornalista, il reporter, voglio stare tra la gente”, il deputato M5s mal sopporta l’ipocrisia di molte scelte fatte in Parlamento dai politici degli altri partiti: “questi vanno in televisione, fingono di avere a cuore i problemi delle persone. Poi vengono qui e non fanno altro che parlare dei cazzi loro. Li ho sempre sentiti occuparsi solo di affari, correnti e correntine, posti. Di quelli che stanno fuori dal palazzo, non gliene può fregare di meno. Ieri Pinotti – spiega Di Battista – ci è venuta a dire che manda i tornado contro l’Isis. Una cosa che ci costa 1 milione di euro al giorno. Ma a lei – si chiede retoricamente- che gli frega? io giro le periferie romane, vado in motorino a San Basilio, a Tor Sapienza. Fuori di qui si parla dei problemi reali, ‘ste merde parlano solo dei cazzi loro. Non sanno manco dove stanno i problemi. Prendi i deputati del Pd, votano le peggiori schifezze. Vengono qui e votano le trivelle in Basilicata. Poi però non ci devono tornare sul territorio. Ma tanto loro c’hanno la casa al centro di Roma… A me, invece, mi possono anche dire che ho fatto cazzate, per carità. Ma sui voti no: in centinaia di voti, non mi pento nemmeno di un voto”.
La colpa di questa situazione – secondo Di Battista – è anche delle persone: “Dovrebbero informarsi di più, entrare qui dentro a controllare. E invece finiscono vittime di un sistema che si regge sui mass media, sulle televisioni, sui giornali, che non dicono niente, perchè prendono i soldi dal potere. Ora puntano su Renzi, tanto Berlusconi è finito, ha svenduto il partito per i suoi interessi personali. E pompano Salvini, anche perché è chiaro che toglie voti anche a noi, e a loro dà fastidio un partito come il nostro. E poi Salvini recupera un po’ dall’astensione e anche questo gli fa comodo. Insomma vanno avanti così e non cambia niente. C’è uno di scelta civica, Rabino, che quando mi vede incazzato mi dice: ‘ma che ti frega? facciamoci uno spritz’. Ecco questa è la Repubblica dello spritz”.
Davide Lazzini
22 novembre 2014