«Avanti fino al 2018». Renzi blinda la maggioranza e domani incontra Berlusconi: «Le regole si fanno insieme. Niente rinvii all’infinito»
ROMA – Un documento politico-programmatico, articolato in quattro punti e controfirmato da tutte le componenti della maggioranza, per serrare le fila e arrivare alla scadenza della legislatura, ossia il 2018. Un documento da portare, con ogni probabilità domani, sul tavolo della trattativa con Silvio Berlusconi, ovviamente solo per la parte relativa alla legge elettorale. È stata questa la proposta che Matteo Renzi ha fatto ieri sera all’affollato vertice di palazzo Chigi tra le delegazioni dei partiti che sostengono l’esecutivo. “Le regole si fanno insieme però bisogna farle. Non si può rinviare all’infinito. Noi vogliamo andare al 2018, lo mettiamo per iscritto in un documento finale a questa riunione”, ha detto Renzi. Il premier ha chiesto alla sua maggioranza compattezza e una linea unitaria.
L’incontro è durato tre ore e si è concluso con la stesura del documento sotto il quale compaiono le firme di tutti i capigruppo di maggioranza. Nel documento ci sarebbe dunque l’impegno nero su bianco che si andrà alle elezioni soltanto dopo il referendum sulle riforme costituzionali.
Il presidente del Consiglio avrebbe quindi chiesto e ottenuto l’impegno degli alleati anche sui tempi della riforma elettorale, sul sostegno allo Jobs Act, sulla delega fiscale e sulle riforme costituzionali. Renzi ha ribadito che l’obiettivo primario è far approvare la Legge di stabilità dal Parlamento e incardinare l’Italicum in aula al Senato entro la fine dell’anno per ottenere il via libera definitivo della Camera entro febbraio.
Ieri sera a palazzo Chigi il premier ha dovuto fare i conti con partiti piccoli e piccolissimi, presenti con i loro leader e capigruppo, che si stanno giocando la partita della vita, della sopravvivenza che dipende dalle soglie di sbarramento della nuova legge elettorale.
Nel merito, secondo quanto riferito da alcuni dei presenti all’incontro, Renzi avrebbe aperto alle richieste degli alleati sia sull’introduzione delle preferenze che sull’abbassamento al 3% della soglia di sbarramento, mentre dovrebbe rimanere fermo al 40% il premio di maggioranza alla lista che, a detta di Renzi, è “un fattore di novità storica per il Paese e fa dell’Italia un Paese democratico all’avanguardia”.
Il premier dovrebbe proporre domani, “prima della riunione della direzione del Pd”, questa revisione dell’Italicum a quello che non essendo formalmente parte della maggioranza di governo, è stato il convitato di pietra al vertice di ieri: Silvio Berlusconi. Il Cavaliere è alle prese con le fortissime tensioni dentro Forza Italia dove la stragrande maggioranza vorrebbe rifiutare la revisione del Patto del Nazareno e la “proposta indecente” del premio di maggioranza alla lista vincente, anziché alla coalizione, e mantenere alto lo sbarramento. Berlusconi che si colloca sul versante opposto a quello dei falchi del suo partito, non vorrebbe diventare un giocatore irrilevante nelle future decisioni che riguardano il Paese, prima su tutte la scelta del nuovo capo dello Stato, e vorrebbe quindi mantenere in vita il Patto del Nazareno. Il Cavaliere, che oggi riunisce l’ufficio di presidenza di Forza Italia, non ha ancora dato una risposta a Renzi, ma dovrà farlo presto visto che ieri sera il premier ha ribadito che non intende aspettare.
Donato Notarachille
11 novembre 2014