Chi è Paolo Gentiloni, nuovo Ministro degli Affari Esteri e della Cooperazione internazionale?

ROMA – È stato chiamato Paolo Gentiloni a sostituire Federica Mogherini, passata alla carica di Alto rappresentante per la politica estera dell’UE. Oggi avviene il passaggio di consegne alla Farnesina, dopo il giuramento nelle mani del Presidente Giorgio Napolitano avvenuto nel tardo pomeriggio di ieri. Presenti il Presidente del Consiglio Matteo Renzi e, in qualità di testimoni, Donato Marra, consigliere di Stato e attuale segretario generale della Presidenza della Repubblica, e il Generale Rolando Mosca Moschini, consigliere militare del Presidente della Repubblica. Questa la prima dichiarazione del neo ministro: «Ringrazio il Presidente Napolitano e il Presidente Renzi per la fiducia che mi hanno accordato. So che è una responsabilità molto importante perché la politica estera non è qualcosa di esotico e di lontano ma è qualcosa che influisce sul nostro destino: economico, di sicurezza, culturale. Lavorerò naturalmente in continuità con i governi precedenti, con il lavoro di Federica Mogherini, e credo che l’Italia sia un grande Paese e quindi la nostra politica estera deve contribuire sui diritti umani, sugli equilibri globali, sulle politiche europee, sul Mediterraneo, al ruolo che deve avere un grande Paese».
Una nomina a sorpresa la sua, maturata nella notte tra giovedì e venerdì, che forse ha sorpreso per primo lo stesso Gentiloni. Nomina che ha sollevato reazioni contrastanti, di compiaciuta soddisfazione come quella di Rutelli che ha twittato: «Ottima scelta di Gentiloni. È competente, colto, capace. Ed è un uomo politico! Felice per lui, per gli Esteri e per la nostra amicizia»; di cauto dubbio come quello di Giorgia Meloni, Presidente di Fratelli d’Italia: «Non so quali siano le competenze di Paolo Gentiloni in materia di Esteri perché si è sempre occupato di altro. Gli auguriamo buon lavoro e speriamo che possa restituire all’Italia la capacità di essere più presente e con dignità sullo scacchiere internazionale»; alle critiche della Lega che parla con la voce di Matteo Salvini di un «accordo al ribasso» e del M5S che lo definisce un «usato sicuro».
Ma chi è Paolo Gentiloni, il cui nome ha messo d’accordo Palazzo Madama e Palazzo Chigi? Nato a Roma il 22 novembre 1954, politico e giornalista professionista, attualmente la XVII legislatura lo vede deputato e membro della III Commissione (Affari esteri e Comunitari) e del «Comitato permanente Africa e questioni globali». È inoltre Presidente della sezione Italia-Stati Uniti dell’Unione Interparlamentare. Laureato in Scienze politiche, è un componente della direzione nazionale del PD, portavoce di Francesco Rutelli quando fu eletto sindaco di Roma, città dove in seguito ricoprì l’incarico di assessore al Turismo e Giubileo. Candidato alle elezioni politiche del 2001, Gentiloni viene eletto deputato nelle liste di Democrazia è Libertà – La Margherita, di cui è stato uno dei fondatori oltre che coordinatore della campagna elettorale (sarà tra i quarantacinque membri del Comitato Promotore nazionale del Partito Democratico nel 2007). In questa XIV legislatura è membro della IX Commissione sui trasporti, poste e telecomunicazioni, e membro della Commissione sui servizi radiotelevisivi, presiedendo la Commissione di vigilanza RAI dal 2005 al 2006. Il 2006 è anche l’anno di una sua nuova rielezione alla Camera, dove ricopre l’incarico di Ministro delle Comunicazioni nel secondo Governo Prodi, dal 2006 al 2008. Quando viene eletto deputato nella XVI legislatura, ancora una volta è membro della IX Commissione (trasporti, poste e telecomunicazioni) e della Commissione sui servizi radiotelevisivi, dal 2008 al 2013. Nel 2012 si candida alle primarie del centrosinistra come Sindaco di Roma, arrivando terzo con il 15% dei consensi, prima di lui David Sassoli e Ignazio Marino. Pur essendo un renziano di ferro, convinto sostenitore del Premier nella sua scalata al Governo, le sue prime esperienze politiche sono tra le fila del Partito di Unità Proletaria per il Comunismo.
Quella di Gentiloni non è stata l’unica nomina della giornata perché sono stati scelti anche Davide Faraone, come sottosegretario all’Istruzione, e Paola de Micheli, all’Economia, dopo che Roberto Reggi e Giovanni Legnini avevano lasciato, rispettivamente, uno l’Istruzione per il Demanio, e l’altro Economia per il CSM. La nomina di Faraone, responsabile di Welfare e Scuola nella segreteria del PD, non mancherà di sollevare discussioni perché indagato in un’inchiesta aperta nell’ottobre del 2012 dalla procura di Palermo dove sono coinvolte novantasette persone, ottantatré delle quali parlamentari regionali, con l’accusa di peculato per uso illecito di fondi destinati ai gruppi parlamentari. Spese illegittime (per l’acquisto ad esempio di gioielli, borse e cravatte, oltre a soldi fuori busta per i dipendenti), non istituzionali e non giustificate, che ammonterebbero ad oltre dieci milioni di euro, con 3.380,60 euro contestati al solo Falcone.
Ora non rimane che attendere per sapere se il compromesso Gentiloni, avvenuto tra il Premier Renzi che voleva un profilo decisamente tecnico e il Presidente Napolitano che puntava su uno politico, sia quello giusto, in un Governo che vede tra le sue fila sempre più ex rutelliani, forse ad incarnare quello che lo stesso Rutelli dice con ironia in un’intervista: «In fondo, che ho fatto? Ho solo detto crescete e moltiplicatevi».
Paola Mattavelli
1 novembre 2014