Tfr in busta paga, dura la reazione di Confindustria. Squinzi: «Il fisco sarà l’unico beneficiario»

«L’unico reale beneficiario di questa operazione sarebbe il fisco». È questo la reazione del leader della Confindustria Squinzi all’ipotesi di inserimento del Tfr in busta paga ventilata dal governo per rilanciare i consumi.
Ieri, il forum napoletano Piccola Industria “Innovare è l’impresa” ha rappresentato per Confindustria l’occasione di ribadire la sua contrarietà all’ennesima manovra “salva Italia”, manovra che Squinzi ha giudicato troppo nociva per l’economia. «L’unica cosa che abbiamo compreso è che l’ipotesi sul Tfr fa sparire con un solo colpo di penna circa 10-12 miliardi per le piccole imprese italiane» ha sottolineato il Presidente che ha aggiunto: «Questo meccanismo metterebbe in crisi la liquidità aziendale, l’Inps e i Fondi pensione».
Anche la riforma del lavoro, ed in particolare dello Statuto dei lavoratori, è stata oggetto di pesanti critiche da parte di Squinzi, il quale ha attaccato la scelta dell’esecutivo di dare priorità alla modifica dell’art. 18 senza prendere in considerazione la revisione di alcuni elementi, dagli ammortizzatori sociali all’orientamento professionale. Il numero uno degli industriali ha infatti dichiarato che «la riforma sarà compresa, agevolata e sostenuta se accompagnata da una azione decisa sulle politiche attive, rifondando radicalmente i meccanismi che si occupano del mercato del lavoro, di un moderno ed efficiente incontro tra domanda e offerta».
Il Tfr in busta paga ha suscitato non solo le perplessità di Confindustria, ma ha contribuito a fomentare le conflittualità interne all’esecutivo: cercando di arginare i malumori, il viceministro dello sviluppo economico Carlo Calenda, ha rassicurato che «il Governo farà questa operazione solo se sarà totalmente neutra per le imprese» e in caso di fallimento tutto verrà ritirato «perché l’esecutivo è consapevole che il settore industriale è quello che può trainare la ripresa, e va aiutato e supportato».
Sulle sorti del Tfr tutto è ancora da decidere: il piano deve ancora essere definito nei dettagli e alcune questioni, come la percentuale del Tfr da destinare in busta paga o la rateizzazione dell’importo, alzeranno un nuovo muro tra l’esecutivo e le forze sociali.
Benedetta Cucchiara
5 ottobre 2014