Una riforma al mese: Renzi e la “svolta radicale”

“L’Italia ha bisogno di una svolta radicale per uscire dalla sfiducia, dal pessimismo.La prima cosa da fare è il lavoro.” Con queste parole Renzi ha inaugurato ieri il suo primo giorno da premier, definendo già l’agenda per i prossimi mesi prima ancora di sciogliere la riserva sulla formazione dell’esecutivo.
Il programma renziano per l’Italia, illustrato al Quirinale dell’ex sindaco di Firenze a seguito dell’incontro con Napolitano, prevede una riforma al mese, una ristrutturazione graduale della situazione economica ed istituzionale del Paese. “La piattaforma che discuterò”, ha esordito Renzi, “prevede che entro febbraio si faccia un lavoro urgente sulle riforme costituzionali ed elettorali, e nei mesi successivi ci saranno: a marzo il lavoro,per consentire alle imprese di assumere, e ai giovani di scuotersi dalla rassegnazione. Poi ad aprile ci occuperemo della burocrazia: perché oggi le aziende devono affrontare la concorrenza internazionale gravate di un peso insostenibile. A maggio tocca al fisco: dobbiamo mettere più soldi nelle buste paga dei ceti deboli”.
In primo piano quindi la riforma elettorale, conditio sine qua non per eliminare il rischio di maggioranze risicate, ree di ostacolare l’adozione delle riforme. E per quanto riguarda il passo successivo, cioè la formazione del governo, il rottamatore non ha fatto chiarezza, ma ha dichiarato di volersi prendere tutto il tempo necessario per selezionare la nuova squadra di Palazzo Chigi., affermando di aver accettato l’incarico “con riserva,con la responsabilità e il senso dell’importanza e rilevanza della sfida”.
Dubbi ministeriali a parte, Renzi ha voluto dimostrare di essere la persona giusta per il cambiamento, senza però cambiare se stesso e le sue abitudini. “Non posso e non voglio passare dalla bicicletta all’auto blu. Io son di Rignano!”, ha ribadito il nuovo premier, che ha scelto di salire al Quirinale con una Giulietta bianca:” Sono sempre stato in mezzo alla gente, e continuerò a farlo”.
E proprio alla gente che si rivolge il premier, dichiarando di sentirsi protetto dai cittadini e rinunciando alla scorta per “non violare la legge o mettere in difficoltà uomini dello Stato che fanno il loro lavoro”. Vero cambiamento politico o efficace propaganda per far ingoiare ai cittadini la pillola della selezione senza elezione?
Benedetta Cucchiara
18 febbraio 2014