Renzi premier, ma è mistero sul nuovo governo

Renzi è il nuovo premier. Svestendo i panni di sindaco, il segretario Pd si è recato questa mattina al Quirinale per ricevere l’incarico, una scelta già nota nel giorno della riunione Pd in cui Letta ha dovuto passare il testimone al segretario del partito.
Il suono del campanello, che annuncia il passaggio da un esecutivo ad un altro, è previsto per Venerdì, mentre già martedì sono previste le consultazioni per formare la squadra di governo.
Il Capo dello stato ha chiesto a Renzi di riflettere sul suo team e di selezionare i futuri ministri, ma nessuna risposta da parte del neo primo ministro è ancora arrivata al Quirinale. Se la candidatura di Renzi si è rivelata celere, lo stesso non si può dire per la formazione del nuovo governo: oltre alla consolidata ostilità del M5 stelle e di Forza Italia, che si è detta “violentemente colpita dal modo in cui Letta è stato esautorato”, gli strappi interni al partito non sembrano ricucirsi, soprattutto per quanto riguarda la questione delle future alleanze. “Se ho rotto con Matteo é perché non voglio Alfano”, ha annunciato Pippo Civati, che ha aggiunto:”Non so se voterò la fiducia, anche altri parlamentari la pensano come me”. E anche Dario Nardella, un deputato del PD molto vicino a Renzi ha espresso chiaramente la sua contrarietà a qualsiasi legame con il leader di Ncd, considerato “l’espressione dei vecchi vizi della politica italiana, che parla di programmi ma pensa solo alle poltrone”.
Fortemente deluso dall’ascesa di Renzi è stato Nichi Vendola di Sel che dalla speranza di vedere l’autore di un rinnovamento politico è passato ad una dura ostilità nei confronti della nuova guida di Palazzo Chigi. Dopo aver definito l’ex sindaco di Firenze “la resurrezione di Berlusconi”, Vendola ha ribaditoche “se sembrava un punto di distanza dal “teatrino” e di nomenclatura della sinistra, ora è diventato il principe del “teatrino”.
Il rifiuto da parte di Alessandro Baricco, dall’ad di Luxottica Andrea Guerra e di Gaetano Quagliariello di partecipare al nuovo esecutivo, ha creato un clima di incertezza nell’assegnazione dei dicasteri, clima aggravato anche dalla costante ostilità di una parte del partito che non ha alcuna intenzione di serrare le file attorno al suo leader, rischiando così di arrivare alla fiducia alla Camera (prevista per sabato) con un governo fantasma, o peggio formato dai soliti visi noti.
Benedetta Cucchiara
17 febbraio 2014