Letta a Sochi per difendere i gay. Ma è subito protesta

Il Premier Enrico Letta fa sapere che parteciperà all’inaugurazione delle Olimpiadi Invernali di Sochi. Cerimonia questa che sarà disertata da molti altri leader mondiali come forma di protesta per le politiche omofobe del presidente russo Putin. La decisione di Letta ha suscitato diverse polemiche, in primis all’interno delle associazioni gay, ma il premier si difende: “A Sochi ribadirò la contrarietà dell’Italia a qualunque normativa discriminatoria nei confronti dei gay, nello sport e fuori dallo sport” e sottolinea di aver preso la decisione insieme al presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, al ministro dello sport e alla presidenza del Coni “per far marciare la candidatura di Roma per le olimpiadi del 2024 in cui crediamo molto è un dovere essere a Sochi”.
Ma le associazioni proprio non ci stanno. “L’Italia grazie a Letta ha già perso le sue olimpiadi. Le sue sono parole sconfortanti che offendono la nostra intelligenza”, dice Flavio Romani, presidente nazionale di Arcigay, aggiungendo che “quando sui diritti hanno la meglio le forniture di gas o un’operazione di marketing, abbiamo svenduto l’onore di un paese”.
Fabrizio Marrazzo, portavoce di Gay center, rincara la dose: “Che dirà Letta a Putin andando a Sochi? Che l’Italia è l’unico Paese europeo a non avere leggi contro l’omofobia e sui matrimoni gay? Vedremo. Letta dovrebbe disertare l’inaugurazione: la sua decisione diversa da quella di Merkel, Hollande, Cameron e Obama è un errore. Mentre Letta sarà a Sochi noi manifesteremo davanti all’Ambasciata russa a Roma esponendo una grande bandiera gay, di circa sette metri, per protestare contro le leggi omofobe di Putin”.
Parole di dissenso anche da Equality Italia, il quale presidente Aurelio Mancuso dichiara: “Il nostro Paese, si renderà silenziosamente complice di un evento organizzato puramente per fare da vetrina al potere liberticida, xenofobo e omofobo del presidente russo”. Critiche anche da esponenti del Pd. Ivan Scalfarotto, deputato del Pd e attivista gay, ha detto su twitter di considerarlo “un errore”.
Le polemiche non provengono solamente dalle associazioni gay, ma anche all’interno del Pd. I senatori Isabella De Monte, Nadia Ginetti, Mario Morgoni, Claudio Moscardelli e Francesco Scalia fanno sapere che: “Ci auguriamo che il premier Letta ci ripensi. I principali leader europei non andranno all’inaugurazione delle Olimpiadi di Sochi, incomprensibile che l’Italia partecipi al massimo livello. Non si contrasta certo così la politica discriminatoria nei confronti di gay e minoranze perpetuata da Putin”.
di Luigi Carnevale
4 febbario 2014