Saccomanni, stime positive per il 2014: “C’è il segnale della ripresa”

La crescita vola per il ministro Saccomanni. Intervendo al Word economic Forum a Davos in Svizzera, il ministro dell’Economia ha voluto smentire le voci di una recessione prolungata attraverso l’illustrazione di una serie di dati che fanno ben sperare in una timida crescita per il 2014.
“L’economia italiana si è stabilizzata nel terzo trimestre del 2013 e abbiamo forti indicazioni che nel quarto ha ripreso a crescere”, ha esordito Saccomanni senza dimenticarsi di elogiare l’operato dell’esecutivo: “Guardando agli ultimi sette mesi, il Governo ha raggiunto i tre obiettivi che si era posto a maggio, ovvero rilanciare l’economia, restare dentro le direttive europee sul bilancio, aprire il capitolo delle riforme istituzionali ed economiche”.
Sullo scetticismo dell’Europa, che in questi mesi non ha fatto altro che bacchettare l’Italia in quanto priva di risorse per sostenere uno sviluppo economico adeguato, il ministro dell’economia si è espresso con ottimismo, e ha criticato le stime comunitarie pessimiste sulla nostra ripresa, dati che a sua detta “non prenderebbero in considerazione alcune misure come il pagamento degli arretrati da parte della Pubblica amministrazione e altri incentivi”.
Liquidata la negatività europea, Saccomanni ha scongiurato l’ipotesi “recessione perpetua”, grazie al piano privatizzazioni che dovrebbe partire da Poste italiane: portandone in Borsa il 40%, il Tesoro potrebbe guadagnare 5-6 miliardi di euro e la strategia permetterebbe alla storica azienda di attirare nuovi investitori. Il progetto, che sarà specificato nel decreto che il premier presenterà domani al governo, includerà altri provvedimenti, ad esempio l’apertura di Poste a tutti quegli investitori che non sono quotati sui mercati regolamentati (o fondi di private equity.)
Secondo quanto affermato da Saccomanni, saranno le riforme che costituiranno la svolta per uscire dalla crisi e per stimolare la competitività di tutte le imprese, riducendo la forbice tra quelle che riescono a fare molto bene all’estero e le altre aziende, specialmente le più piccole, che sono maggiormente in difficoltà.
Benedetta Cucchiara
24 gennaio 2014