Modificato il decreto Terra dei Fuochi, interviene l’esercito in Campania

Interviene l’esercito in Campania, tra Napoli e Caserta, contro le ecomafie. Ė questa la decisione del governo, comunicata dal sottosegretario alla difesa Gioacchino Alfano, una decisione che ha voluto così modificare quanto previsto dal decreto sulla Terra dei Fuochi.
Il sottosegretario e coordinatore in Campania del Ncd ha espresso la sua soddisfazione per la volontà dimostrata da tutti i partiti di trovare un punto di incontro su una vera e propria emergenza sanitaria ed ambientale. “Una volta tanto le forze politiche sotto state tutte d’accordo, o quasi, a offrire soluzioni concrete per risolvere un problema specifico”, ha dichiarato Alfano, sottolineando l’importanza del provvedimento, da prendere come spunto per la futura azione politica del governo: “Quello che è accaduto sulla Terra dei Fuochi è il classico esempio di come far politica, non a suon di polemiche e cercando di denigrare l’avversario, ma mettendo a disposizione lo strumento legislativo migliore per risolvere l’emergenza”.
Il miglioramento del decreto è stato approvato da tutti i partiti, tranne il M5 stelle; il movimento pentastellato ha spiegato le motivazioni della sua contrarietà, che risiede non tanto nelle misure adottate ma negli autori della modifica.” “Abbiamo deciso di non prendere nemmeno in esame alcuni emendamenti al decreto Terra dei Fuochi presentati dal centrodestra, in particolare quelli dei deputati di Forza Italia Luigi Cesaro e Paolo Russo che sono stati coinvolti in inchieste legate alla malavita campana e alla gestione fallimentare dei rifiuti”, ha dichiarato il gruppo dei grillini di Montecitorio, che ha aggiunto: “riteniamo offensivo discutere di proposte presentate da chi ha in prima persona creato questo disastro”.
Un altro commento negativo da parte del M5 stelle ha smorzato l’onda di entusiasmo causata dal risveglio del governo e dalla sua presa di posizione contro il disastro ambientale campano. Mirko Busto, capogruppo M5S in commissione Ambiente, dopo aver dichiarato di essere favorevole” all’istituzione del registro tumori e della malformazioni congenite per le aree a rischio”, ha voluto bacchettare l’esecutivo, colpevole di non impegnarsi abbastanza, perché a sua detta “non e’ possibile che questo venga limitato alle aree campane e pugliesi”.
Di tutt’altro parere il Ministro della sanità Beatrice Lorenzin, entusiasta non solo del nuovo sistema sperimentale di screening di massa, introdotto dal decreto per prevenire disastri sanitari, ma anche dell’improvviso pugno di ferro del governo contro un problema ormai stanco di aspettare la soluzione.
Benedetta Cucchiara
15 gennaio 2014