Renzi e Alfano sulla riforma elettorale: accordo sui tempi, scontro sulle modalità

Angelino Alfano e Matteo Renzi protagonisti di un nuovo scontro sulla legge elettorale. Ieri, alla presentazione del libro di Bruno Vespa, il leader del Nuovo centrodestra e quello del Pd hanno espresso posizioni differenti sulla modalità di modifica del Porcellum, pur ribadendo la stessa urgenza di passare ad un sistema maggioritario.
Il nuovo segretario dei democratici, dopo aver puntato il dito contro Alfano e il centrodestra reo di aver approvato a maggioranza l’attuale legge elettorale, ha sottolineato l’importanza di un intervento normativo tempestivo in vista del richiamo europeo alle urne.”La legge elettorale va fatta subito, ma questo non vuol dire che si va a votare“, ha dichiarato Renzi che ha aggiunto:”Io non ho la fregola delle elezioni anticipate. La legislatura può durare fino al 2018 ma se non facciamo una legge elettorale alle europee non andremo da nessuna parte“.
Anche Alfano si è detto favorevole ad una soluzione celere e definitiva del sistema di voto, ma l’apparente comunanza di intenti si è spaccata proprio su come definire la nuova norma. E mentre il vicepremier non ha esitato a restringere il cerchio dei partecipanti, facendo della legge elettorale un affare esclusivo della maggioranza, Renzi ha sostenuto il principio dell’unione fa la forza, chiamando a raccolta tutte le forze politiche per sostenere lo sforzo del cambiamento:”Credo sarà naturale vedersi in modo rapido per un patto di coalizione con le cose da fare per il 2014 e anche oltre“.
Sulla durata dell’esecutivo, il vicepremier non ha nascosto il suo pessimismo, rivolgendo un pensiero alla futura agenda delle riforme: “Non credo che questa legislatura possa arrivare al 2018. Dobbiamo fare un programma per i prossimi 12 mesi’‘ .
Un altro tema oggetto della discussione è stato quello del lavoro, e parlando dell’art 18, Renzi ha sottolineato la sua marginalità nella riforma del mondo lavorativo.”Non è che ripartendo dall’articolo 18 che si cambia il mercato del lavoro“, ha dichiarato il segretario Pd,”Non ho mai incontrato alcun imprenditore che mi ha detto che è fondamentale cancellare l’art. 18 per assumere né un operaio che rifiuterebbe un lavoro senza art. 18.“
L’urgenza quindi come unico punto in comune tra Pd e Ncd, troppo poco forse per adottare un testo che dovrà essere presentato in Aula entro la fine di Gennaio. Passare da semplici patti di coalizione verbali ad un progetto di riforma elettorale, sembra una impresa ardua, resa ancora più difficile dalle pressioni della Corte costituzionale che dopo aver bocciato il Porcellum, si appresta a rendere note le motivazioni della sentenza.
Benedetta Cucchiara
19 dicembre 2013