Berlusconi dopo la caduta:tutte le reazioni

Dal colpo di stato al paragone con Aldo Moro, la difesa di Berlusconi ha sfoderato gli slogan migliori per ribellarsi ad una decisione che ha ferito profondamente l’anima di Forza Italia e del suo leader, decaduto da senatore ma determinato a rimettersi ancora in gioco, guidando il partito da fuori campo.
“Non ci ritireremo in qualche convento”, avrebbe ammesso Berlusconi in un’ondata di ottimismo frenata subito dalla fatale comunicazione di Grasso.E dimenticandosi degli attacchi rivolti al Colle nei giorni precedenti, il Cav e l’armata di Fi hanno chiesto di essere ricevuti da Napolitano per valutare “il momento delicato”.
Se a Montecitorio si è respirata aria di festa, con lo striscione srotolato dal M5 stelle alla Camera con su scritto “Fuori uno tutti a casa”, lo stesso non si può di casa Berlusconi, avvolta da un’atmosfera funebre:la figlia Marina, dopo aver sottolineato che “la vera decadenza è quella imboccata dalle nostre istituzioni”,ha cercato di tutelare il padre, usando la carta (ormai logora) del consenso elettorale. “L’Italia non merita di vedere l’uomo che milioni di italiani hanno scelto con il voto venire allontanato da uno dei luoghi più solenni della Repubblica, in base ad una assurda condanna senza prove e calpestando principi costituzionali, normative, prassi minime di civiltà”, ha affermato la presidente Mondadori, una dichiarazione seguita dall’amaro commento di Pier Silvio che si è detto colpito “come figlio e cittadino da un voto così, che ignora ogni ragionevole dubbio su una vicenda giudiziaria che fa acqua da tutte le parti, che non è in linea con i principi democratici che dovrebbero tutelare gli eletti dal popolo da aggressioni esterne, per di più strumentalizzate da interessi politici”. Anche la figlia Barbara ha espresso la sua opinione in merito alla decadenza, descritta come”una violenta estromissione dal Parlamento, avvenuta attraverso norme incostituzionali e palesi violazioni regolamentari”. Una strategia, che secondo la figlia, ha illuso”gli avversari politici di avere la strada spianata verso il potere”.
In mezzo alla festa dei grillini e al lutto dei berlusconiani, il Pd si è distinto per la sua moderazione e il segretario Guglielmo Epifani, di fronte all’episodio, ha semplicemente ribadito che “il Senato non ha fatto altro che il suo dovere applicando la legge”, mentre il premier Letta ha liquidato con un “no comment” l’uscita di scena del Cav, dopo che martedì aveva salutato quasi con entusiasmo l’abbandono della maggioranza da parte di Forza italia.
Lontano dai riflettori , Angelino Alfano si è limitato a chiedere una riforma della giustizia e ha preferito rimanere in silenzio di fronte al coro del centrodestra “Colpo di stato”, evidenziando forse le lacune di una difesa dall’accezione estremista, che sta assumendo sempre più i connotati di un’arrampicata sugli specchi.
di Benedetta Cucchiara
28 novembre 2013