Gli stati Uniti d’Europa
Che l’Europa non sia più il centro del mondo è ormai un dato di fatto stantio di almeno un secolo: è patente e sotto gli occhi di tutti che dalla Grande Guerra in poi il vecchio continente abbia perso la sua supremazia nei mercati e il ruolo guida dell’Ecumene…
Anche la nascita dell’Unione Europea nell’ormai lontano novembre 1993 e l’introduzione della moneta unica nel 2002, sembrano insufficienti per ridare prestigio al continente.
Almeno così la pensa il nostro premier, Enrico Letta, che ieri a Lipsia, nel corso del congresso del Partito socialdemocratico tedesco, senza giri di parole ha indicato qual è il futuro da percorrere: l’Europa federale. Così dalla città di Leibniz è risuonato il programma europeista che più europeista non si può: “L’Europa deve andare verso la direzione federale… Noi dobbiamo avere il coraggio di dire che nei prossimi dieci anni vogliamo costruire un’Europa federale. Dobbiamo avere il coraggio di fare la scelta di un’Europa federale”…
Non sono mancati lunghi applausi e cori di consensi da parte dei congressisti tedeschi, tutti convinti evidentemente che gli Stati nazionali hanno avuto un ruolo molto importante nella civilizzazione europea ma adesso sono superati” per usare un’espressione Verhofstadt, leader dei liberaldemocratici al Parlamento europeo, in un’intervista al quotidiano belga La Libre Belgique.
Il premier Letta ha inoltre ribadito, in un sussulto di orgoglio nazionale, che l’Italia non è un paese assistito, la patria dei pigri e dei fannulloni, almeno così come è dipinta da alcuni stereotipi mitteleuropei: la nostra Italia non debitrice di nessuno, non ha chiesto all’Europa neanche un euro anzi ha contribuito al fondo salva-Stati con 54 miliardi di euro.
Insomma un intervento corposo di chi immagina nel prossimo futuro, che forse è già presente, un’Europa senza complessi di inferiorità verso partners emergenti come il Brasile, la India, Russia, la Cina, Sudafrica ma anche anche un po’ audace, visto che Letta dovrà convincere uno stuolo sempre maggiore di euroscettici e di casa nostra (Grillo e Lega) e del resto d’Europa, dalla Francia alla Finlandia, un fronte sempre più compatto ed esteso.
Cristian Cavacchioli
16 novembre 2013