Renzi riapre il dibattito sul caso Ligresti: “Io non avrei difeso la Cancellieri”
Non si placa la bufera sul caso Ligresti e Matteo Renzi durante la trasmissione “Servizio pubblico”, ha riaperto le discussioni su una vicenda che sembrava ormai conclusa con il discorso della Cancellieri in Parlamento. E proprio contro il ministro della giustizia il sindaco di Firenze non ha risparmiato le critiche: “Credo sia inaccettabile che sia andata così. Se fossi stato il segretario del Pd non avrei difeso la Cancellieri“.
Dopo aver affermato che “il guardasigillli avrebbe fatto un servizio al Paese se si fosse dimessa”, Renzi ha anche ribadito l’inutilità delle dimissioni, visto che “in Italia le chiedono tutti e non le da’ nessuno”, non esitando a considerare un errore la telefonata fatta dal ministro, in cui riserva esplicitamente un trattamento diverso alla detenuta, parlando di ingiustizia e andando oltre la semplice segnalazione. “Non indigna la telefonata in cui il ministro Cancellieri si preoccupa di Giulia Ligresti, perché se riceve una segnalazione di un problema reale, il problema non si pone”, ha dichiarato l’esponente del Pd nel corso della trasmissione, “Mi scandalizza che il ministro della giustizia dica alla compagna dell’arrestato, che” l’arresto “non è giusto, non va bene”.
Sul ruolo del Pd in questa vicenda, Renzi non ha parlato dell’appoggio dei democratici alla mozione di sfiducia posta dai grillini nei confronti della Cancellieri, ma ha invece sottolineato che il problema non risiede tanto nella votazione delle dimissioni, quanto nel pernicioso intreccio tra politica ed economia, che si è dimostrato chiaramente nel caso Ligresti. “Il compito del Pd e’ fare si’ che la politica non sia piu’ succube agli interessi delle famiglie e degli amici degli amici ma che provi a fare un percorso in cui la legge e’ uguale per tutti”.
Infine, parlando di elezioni e di legge elettorale, il sindaco di Firenze si è detto convinto del fatto che un ritorno alle urne, “non è una catastrofe, ma che non avverrà” e ha ricordato la maggioranza schiacciate del Pd, alla Camera e al Senato, che potrebbe sbloccare la questione della riforma della legge elettorale, attesa da troppo tempo.
Benedetta Cucchiara
08 novembre 2013