Letta difende il Quirinale dal M5stelle: “Grillo vuole l’instabilità”

“Un attacco da respingere con fermezza, Grillo vuole l’instabilità”. Queste le prime dichiarazioni di Letta in difesa del Capo dello Stato, duramente attaccato dal leader pentastellato nel blitz di ieri al Senato.
Il premier ha fatto sapere attraverso twitter la sua opinione sull’incidente “considerato un atto di cui l’Italia non ha bisogno”, e ha puntato il dito contro il comico genovese, reo di fomentare l’instabilità politica, che ha subito replicato alle accuse del primo ministro: “Letta non è credibile. È nipote di suo zio Gianni”.
Grillo, entrato ieri a sorpresa al Senato, ha iniziato ad attaccare pesantemente il Presidente della Repubblica, chiedendone la messa in stato d’accusa per la sua parzialità e invocando un ritorno alle urne. “È un presidente di parte, noi andiamo avanti con l’impeachment. Non rappresenta più la totalità degli italiani”, ha urlato il leader del M5stelle che ha aggiunto un commento sulla mancata partecipazione dei grillini al colloquio con Napolitano sulla legge elettorale:”non é stato alcuno sgarbo al Presidente della Repubblica. Andarci era semplicemente una cosa inutile”.
Gli attacchi di Grillo a Napolitano, (una persona a detta del comico “di quasi novant’anni molto furba e molto scaltra”), hanno scatenato una serie di reazioni indignate non solo da Letta, che ha considerato l’impeachment “una proposta assurda”, ma anche da Epifani il cui commento “Basta la propaganda” non è servito a smorzare i toni.
Grillo, infatti, non ha risparmiato le sue critiche al sistema partito ritenendolo “finito, grazie al M5stelle che ne ha accelerato la dissoluzione” e oggi arriverà alla Camera dove cercherà di ripetere nuovamente gli obiettivi del movimento, obiettivi che non mirano a sostenere il governo ma, come ha ribadito il comico, “a rifare un nuovo Stato Italiano”.
Se da una parte il M5stelle si ritiene sicuro del proprio futuro, dall’altra il suo atteggiamento verso le conquiste presenti sembra più cauto e lo stesso Grillo ha ammesso “di non essere riuscito a fare niente, perché ci hanno messo in un angolo”.
Benedetta Cucchiara
29 ottobre 2013