Alfano sulla retroattività della legge Severino: “sproporzionata e afflittiva”
“Come si fa ad applicare una legge così afflittiva in modo retroattivo?”Questa la critica del segretario del Pdl Angelino Alfano alla legge Severino, critica che è arrivata dopo la sentenza della Corte d’appello che ha confermato per Silvio Berlusconi l’interdizione di due anni dai pubblici uffici.
Il vicepremier ha espresso ieri al Tg1 la contrarietà del partito all’applicazione retroattiva di una legge considerata “sproporzionata e afflittiva”.La questione è la enorme, inaccettabile sproporzione tra i due anni stabiliti dai giudici di Milano e i sei previsti dalla legge Severino”, ha ammesso Alfano, consigliando ai democratici e alle Camere di ripensare alle proprie scelte e di “correggere la propria impostazione”.
Altri esponenti del Pdl hanno invitato il mondo politico ad una riflessione contro una legge che a detta del vicepresidente del Pdl al Senato Gasparri “è in evidente contrasto con altre norme ed è da sottoporre al vaglio della Corte”.
Anche se il Pdl sembra formalmente compattato attorno alla difesa del Cavaliere, altre questioni fanno vacillare la precaria solidità del partito, tra queste la legge di stabilità, sfruttata dai falchi del centro-destra al fine di aumentare le tensioni all’interno del governo e velocizzare la crisi dell’esecutivo. Inoltre, la frattura di Scelta Civica generata da Mauro e Casini, sembrerebbe aprire nuovi scenari di alleanze, alleanze che il Pdl necessita per ottenere i numeri parlamento contro la decadenza del Cavaliere.
Il desiderio di Angelino Alfano di creare un grande centro-destra e di riunire tutta l’area alternativa alla sinistra, seguendo la precedente esperienza del Polo delle libertà nel ’94 e la Casa delle Libertà nel 2001, è stato oscurato dalle parole della Santanchè, che non ha risparmiato parole dure al Capo dello Stato sul caso Berlusconi: “In Italia ci sono più traditori, il primo è il Pd perché è venuto meno ai patti. Poi c’è il Capo dello Stato che sta facendo il suo secondo mandato perché lo ha proposto Berlusconi, ma la pacificazione di cui aveva parlato non c’è”. Non solo il Pd, ma anche i capigruppo Pdl Schifani e Brunetta hanno condannato le dichiarazioni della loro collega, esprimendo il proprio dispiacere.
21 ottobre 2013
Benedetta Cucchiara