Due anni di interdizione dai pubblici uffici per Silvio Berlusconi
Due anni di interdizione dai pubblici uffici per Silvio Berlusconi. È quanto deciso dai giudici della Corte d’Appello di Milano in merito al ricalcolo della pena accessoria del Processo Mediaset. Un ricalcolo richiesto già il primo agosto scorso dalla Cassazione, la quale –nel condannare Berlusconi per frode fiscale- aveva chiesto alla Corte d’Appello di Milano di ridefinirla tra uno e i tre anni.
Gli avvocati di Berlusconi Niccolò Ghedini e Roberto Borgogno, avevano chiesto per il proprio cliente il minimo della pena (un anno) poiché incensurato. Avevano inoltre depositato un ricorso alla Corte europea dei diritti dell’uomo e sollevato perplessità sulla costituzionalità della legge Severino, che secondo i legali violerebbe l’articolo 25.
Secondo il Procuratore generale Bertolè Viale invece le eccezioni di costituzionalità presentate dai legali di Silvio Berlusconi non possono “entrare” in un giudizio di rinvio e non sono pertinenti con la decisione sull’interdizione. Pertanto lo stesso Pg ha determinato l’interdizione di due anni per il Cavaliere.
Adesso i giudici hanno quindici giorni di tempo per depositare le motivazioni, poi come già annunciato dall’avvocato Ghedini Berlusconi farà ricorso in Cassazione, che tra la fine dell’anno e l’iniziò del 2014, dovrebbe dare una sentenza definitiva, anche se la decadenza da senatore –di cui molto si è parlato in questo mese- dovrà comunque essere votata dalla giunta delle elezioni del Senato e dall’aula di Palazzo Madama.
Dal mondo politico arrivano le prime reazioni: il ministro delle Riforme istituzionali, Gaetano Quagliariello ha detto: “La legge Severino prevede un’interdizione di sei anni, che è il triplo della sentenza di interdizione emessa dalla Corte d’appello di Milano. Forse una riflessione su quella legge, trovare una sede nella quale si possa evidenziare la sua costituzionalità e la sua congruenza con le leggi comunitarie, è un fatto di buon senso”. Più pungenti le parole del capogruppo del Pdl alla Camera Renato Brunetta, che ha affermato: “Sappiano i giudici che potranno anche decidere sull’interdizione di un politico, ma non potranno mai mettere a tacere la leadership di colui che continua e continuerà a rappresentare nel Paese la maggioranza degli italiani”.
“Noi non crediamo assolutamente che ci sarà una conseguenza sul governo” –ha affermato invece il ministro delle Politiche agricole, Nunzia De Girolamo- “perché Silvio Berlusconi ha tenute distinte le vicende personali da quelle di governo”. Preoccupate anche le dichiarazioni del Presidente di Confindustria, Giorgio Squinzi che commentando la sentenza ha detto: “La notizia è talmente immediata che Bisogna lasciare depositare la polvere. Il nostro paese ha bisogno di tutto tranne che di instabilità politica perché i mercati rispondono subito”.
di Luigi Carnevale
19 ottobre 2013