Scontro Pdl- Pd sull’Imu: ed è caos nella maggioranza
Respinta dal centro- destra la proposta dei democratici di reintrodurre l’imposta per le rendite catastali superiori a 750 euro
Il nuovo pomo della discordia tra Pd e Pdl si chiama Imu. Ieri nella Commissione Bilancio e Finanze della Camera si è aperto un nuovo scontro all’interno della maggioranza sull’approvazione dell’emendamento che ripristina l’imposta sulla prima casa per le abitazioni con rendita catastale superiore a 750 euro, suscitando le preoccupazioni di molti proprietari di immobili.
L’emendamento, presentato da Maino Marchi capogruppo del Pd al Senato, è stato prima bocciato dal Pdl, che ha successivamente adottato una linea più morbida, ritenendo inammissibile solo una parte del provvedimento, cioè quella relativa alla riduzione dell’Iva al 21%(riduzione compensata dall’introito dell’Imu), e accettando la reintroduzione dell’imposta sulle case di lusso.
Il presidente della Commissione Bilancio della Camera Boccia (Pdl),che aveva inizialmente respinto il provvedimento per “estraneità di materia”, ha affermato di “essere favorevole alla progressività della tassa, ma che dovrebbe essere rinviata all’anno prossimo”. Infatti, secondo Boccia “la modifica all’attuale legislazione e della base imponibile rischierebbe di creare seri disagi alle amministrazioni comunali,che dovrebbero restituire i trasferimenti della prima rata”.
Si tratta quindi di un emendamento di difficile applicazione, messo sotto accusa anche dal presidente della Commissione Finanze Daniele Capezzone: “Se il Pd non lo ritira compie un atto di autolesionismo politico”, ha dichiarato l’esponente del Pdl che aggiunge: “è un emendamento tutto punitivo verso una quota rilevantissima di contribuenti”.
Anche Scelta Civica si è opposta al provvedimento, presentando due emendamenti che prevedono il pagamento di un decimo della rata a giugno per i redditi superiori a 55.000 e la modifica della franchigia, che passa da 200 a 300, facendo pagare al contribuente la cifra residua. Lo scopo è quello di evitare l’esenzione dell’imposta per i ceti più elevati, esenzione che viola il principio di equità, anche se Boccia ha ribadito che “le case di lusso pagano l’Imu;il decreto esclude dall’esenzione le abitazioni signorili accatastate come A1, le ville di categoria A8 e i castelli della categoria A9”
Le accuse riguardano una imposta, che se troverà applicazione, andrà a colpire non solo gli immobili di lusso, ma gran parte delle abitazioni, che nelle grandi città hanno un valore di rendita catastale superiore a 750 euro.
Questa mattina le Commissioni Bilancio e Finanze delle Camere voteranno l’emendamento che ha già riacceso le tensioni tra Pd e Pdl, ma che secondo il suo autore Maino Marchi ” va nella direzione di maggior equità”.
di Benedetta Cucchiara
8 ottobre 2013