Berlusconi: decreti Iva e Imu, poi torniamo alle urne. I sindacati insorgono: ‘serve un governo vero, basta irresponsabilità’

I ministri del Pdl Angelino Alfano, Nunzia De Girolamo, Beatrice Lorenzin, Maurizio Lupi, Gaetano Quagliariello si sono dimessi ufficialmente come previsto dal ‘diktat’ di Silvio Berlusconi.
La crisi di governo non è più solo una possibilità ma una certezza resa ancora più inquietante dalle dichiarazioni che quest’oggi il capo del Pdl ha rilasciato alla stampa.
Berlusconi ha dichiarato senza mezzi termini: «Con i ministri ho chiarito, restiamo uniti». Sulle dimissioni dei ministri ha amesso: «Ho deciso da solo nella notte perché gli italiani non capivano come facevamo a stare al governo con la sinistra se i nostri deputati si erano dimessi. Dobbiamo restare uniti, non dobbiamo dare all’esterno l’impressione che sta dando il Pd, i panni sporchi si lavano in casa. Quello che hanno fatto i ministri lo hanno fatto in buona fede ma abbiamo chiarito tutto».
L’ex premier ha poi dichiarato che la sua scelta è stata causata dalla violazione dei patti (su Iva ed Imu) del Pd, ed ha aggiunto che il Pdl nei prossimi sette giorni dirà si ai decreti su Iva e Imu ma poi pretenderà di andare al voto quanto prima, meglio se subito. Il piano d’azione del cavaliere è chiaro: varare quanto subito a legge di stabilità, mantenere le promesse inerenti i decreti Imu e Iva ed infine tornare alle urne.
Il presidente di Confindustria, Giorgio Squinzi, ha commentato quanto sta avvenendo con queste parole: «Le forze politiche devono sapere il rischio che stanno facendo correre al Paese. Mettere a repentaglio la stabilità e la stessa capacità di portare per il 14 ottobre a compimento la presentazione del decreto legge di stabilità è una situazione, non trovo altre parole per definirla, ‘folle’».
Della stessa opinione Cgil, Cisl e Uil, che con un documento comune, scritto dai segretari generali di Susanna Camusso, Raffaele Bonanni e Luigi Angeletti, hanno affermato di provare grande: «preoccupazione per la crisi istituzionale causata dalla irresponsabilità di chi vorrebbe anteporre gli interessi personali alle condizioni del Paese. L’incertezza di queste ore determina gravi ripercussioni sulla nostra economia, e rischia di far aumentare la pressione fiscale sul lavoro e sulle pensioni».
Intanto a partire da martedì 1 ottobre scatterà l’aumento dell’Iva dal 21 al 22%, una stangata che andrà a rincarare il prezzo carburanti, bollette e vari altri generi di consumo. Una stangata, per il Codacons, da 350 euro a famiglia.
Enrico Ferdinandi
(@FerdinandiE)
30 settembre 2013