Telecom Italia parlerà spagnolo: Telefonica acquisisce 70% della holding Telco

È ufficiale: Telecom diventa spagnola. La Telefonica acquisterà quote della Telco, la holding che controlla il 22,4% di Telecom, direttamente da Mediobanca, Generali e Intesa Sanpaolo. In questa prima fase la Telefonica salirà dal 46 al 66% di proprietà con un aumento di capitale di 324 milioni per poi arrivare al 70% mediante un secondo aumento di capitale di 117 milioni.
Il presidente esecutivo del gruppo telefonico italiano, Franco Bernabè, ha detto ai media: «Telecom Italia non diventa spagnola, l’operazione riguarda Telco. L’accordo, cambia l’assetto azionario di Telco e non di Telecom. Telecom non diventa spagnola, e’ solo Telco che ha avuto un riassetto azionario». Scherzando con i giornalisti ha poi dichiarato che quella spagnola: «è l’unica lingua che non conosco».
Molte le polemiche per questo passaggio di Telco in mani spagnole. Il Vicepresidente del gruppo Pd alla Camera, Andrea Martella, ha dichiarato: «è un’operazione densa di incognite e con conseguenze perlomeno rischiose. Un’operazione che potrebbe mettere l’Italia fuori gioco in uno dei settori maggiormente strategici dal punto di vista produttivo ed occupazionale come quello della telefonia. Su questa vicenda è doveroso che il Governo intervenga avendo come priorità innanzi tutto la salvaguardia dei posti di lavoro e dell’interesse del nostro Paese e che si riferiscano in Parlamento tutti i dettagli di questo accordo che contiene al massimo elementi di vantaggio per i soci italiani, pronti a passare la mano, ma non di certo per il sistema Italia. Non e’ pensabile che la politica resti a guardare. Sono in gioco le ambizioni di rilancio del Paese: alimentare un effetto domino di svendite e dismissioni metterebbe infatti a dura prova il nostro sistema economico».
Una fonte governativa, interpellata da Reuters, ha però dichiarato che governo di Enrico Letta non prevede intromissioni da parte del livello politico sulle vicende che riguardano gli assetti proprietari di Telecom e Alitalia: «Il governo si chiama fuori da Alitalia e Telecom».
A chiedere garanzie per gli utenti di Telecom Italia il Codacons, per l’associazione «il problema non è se una società è italiana o straniera, quanto il fatto che questa società controlla il mercato della telefonia italiana in posizione di oligopolista, di price maker. La realtà è che in questi anni, in nome della tanto sbandierata italianità, si sono calpestati i diritti dei consumatori e trasferiti i privilegi dell’ex monopolista pubblico all’oligopolista privato».
Dal punto di vista occupazionale, secondo l’amministratore delegato di Telecom, Marco Patuano, il passaggio a Telefonica non dovrebbe causare variazioni sull’attuale assetto: «Non sono intenzionato a licenziare proprio nessuno. Serve però un modello sostenibile nel lungo termine, che favorisca gli investimenti e quindi regole stabili pro-competitive e pro-investimenti».
Non sono della stessa opinione i sindacati che parlano di 16mila posti di lavoro a rischio.
Michele Azzola segretario nazioanale della Slc Cgil, ha dichiarato che il governo: «ha il compito di convocare subito le parti sociali e Telefonica per conoscerne il piano e valutare l’utilizzo della golden share prevista dall’articolo 22 dello Statuto di Telecom. Quella con Telefonica è la prima operazione che consegna agli stranieri un gruppo strategico italiano. Un’operazione mai avvenuta in nessun Paese occidentale».
Enrico Ferdinandi
(@FerdinandiE)
24 settembre 2013