I magistrati contro Berlusconi e il Colle: “vogliamo rispetto”
L’Anm risponde al monito di Napolitano e condanna le leggi ad personam
Tensioni senza tregua nel mondo politico. Nemmeno il messaggio di pacificazione di Napolitano è riuscito a calmare le acque: la magistratura ha ribadito il suo disappunto per le parole del Capo dello Stato e per una campagna denigratoria portata avanti dal centro-destra nei confronti della classe togata.
L’ Anm ha riunito ieri il comitato direttivo e la discussione si è concentrata sugli attacchi sempre più frequenti alle toghe, attacchi violenti che, secondo il presidente Sabelli, “mirano a delegittimare la magistratura”. Il prodotto di questa riunione è stato un documento, in cui è presente non solo una pesante replica alla “personalizzazione normativa” e a Napolitano, che aveva chiesto ai magistrati di essere meno difensivi e più propositivi alle riforme, ma anche una critica al ddl Palma, provvedimento che prevede nuove fattispecie di illecito per i giudici.
“Le riforme sulla giustizia continuano ad essere condizionate da interessi di parte”, ha ammesso Sabelli,” e molti danni sono stati causati dalle leggi ad personam”.
Rispondendo a Napolitano, l’Anm ha ribadito ” di aver sempre contribuito alla discussione sulle riforme con proposte e iniziative destinate a realizzare i principi costituzionali. Inoltre, tutti i magistrati hanno collaborato per l’attuazione delle riforme già varate con senso del dovere e responsabilità”.
Numerose sono state le repliche dell’ entourage berlusconiano, da Anna Maria Bernini che ha parlato di “offesa inaccettabile al Colle” a Sandro Bondi che ha affermato: “i giudici rispettino le leggi e il Parlamento”.
La Santachè non ha voluto fare di un filo d’erba un fascio, e ha espresso la sua posizione su una parte della magistratura, a suo avviso politicizzata.” La credibilità della magistratura dipende solo da quella parte dei magistrati che fa politica. Quando questa parte smetterà di fare politica, l’intera magistratura tornerà ad avere credibilità ed autorevolezza”.
“Chiediamo rispetto a tutela dello Stato di diritto”. Queste le parole che concludono il documento approvato dal comitato direttivo dell’Anm. Solo un membro, Andrea Reale, ha chiesto un incontro con il Capo dello stato, affinché prenda una posizione netta a tutela della magistratura. Una proposta respinta da tutti gli altri presenti.
di Benedetta Cucchiara
22 settembre 2013