Caso Tarantini – La difesa di Berlusconi: “Non ha mai detto a Lavitola di rimanere all’estero”
Fa scalpore la telefonata di Valter Lavitola al Presidente del Consiglio.
Al faccendiere, che si trova attualmente a Sofia, il Presidente avrebbe detto: “Sono cose che non esistono e su cui scagionerò naturalmente tutti”, “Resta lì, e vediamo un pò..”.
Gli avvocati della difesa si sono affrettati a commentare quelle parole: “nessuno gli ha mai detto di rimanere all’estero, è stato solo apostrofato di non tornare”.
Subito pronto l’attacco verso i media che hanno pubblicato la conversazione oggetto d’intercettazione, in quanto ciò violerebbe tutte le regole del buon senso ma anche le leggi.
Si ritengono reati le reiterate violazioni del segreto istruttorio e comunque trasgressione del divieto di pubblicazione delle notizie che continuano ad uscire dalle indagini in corso a Napoli, senza che nessun “avvocatucolo” assoldato della casta si curi del reato vero e proprio.
Se si vogliono, infatti, analizzare le cose per come stanno veramente – in quel consiglio a dir poco imbarazzante potrebbe ravvisarsi un diktat intimidatorio. Mentre nel reato giornalistico si può ravvisare una verità, verità intesa come fedele riproduzione di ciò che viene propinato loro, nel contenuto della telefonata, viceversa, potrebbero ravvisarsi delle intimidazioni. Tenendo conto che le leggi che regolamentano l’acquisizione e la divulgazione delle intercettazioni, sono solo degli scudi a protezione di un popolo menzognero e prepotente, per fortuna bucati.
Senonché, reati o meno che siano, ad oggi possiamo dire che le conversazioni riportate corrispondono a verità, se non altro per il fatto che il rientro dall’estero di Lavitola non è ancora avvenuto. Sebbene “l’onorevole avvocato” abbia cercato di mascherare il tutto, ben riuscendo a ridicolizzarsi come mai prima non avesse già fatto, tra interviste, partecipazioni a dibattiti, “articolucoli”, e commenti “giornalestittici”.
Il benefattore ( Berlusconi ) si trova in difficoltà per aver prestato un’ingente somma ad un amico caduto in disgrazia, se non l’avesse fatto Lavitola potrebbe tranquillamente tornare! Com’è cattivo il mondo!
Il benefattore, che ha la disponibilità finanziaria, presta, a man leggera, una somma di diverse centinaia di migliaia di euro ad un solo individuo che ne ha bisogno; è encomiabile!.
Riflettendo però… non sarebbe più encomiabile se, visto che può, regalasse diecimila euro a cittadini veramente bisognosi? Pensate quante famiglie potrebbero avere un litro di latte per i loro figli, senza essere costretti a umiliazioni e sfruttamento in un lavoro nero o diventare ladri di galline? Ma le escort dove sono?
Continuare la difesa ad oltranza, da parte di adepti assoldati negando l’evidenza e negando le autorizzazione a procedere a reiteranti rei potrebbe configurarsi, in un paese civile, complicità. Naturalmente però siamo in una situazione di governo che tra condannati, latitanti, rinviati a giudizio e richieste di autorizzazioni a procedere, se non ci fosse la complicità il parlamento sarebbe decimato.
Peraltro, l’illatore non ha motivo di credere di essere infamante e privo di pregio! ricordando inoltre che a tutt’oggi l’interessato è ancora in vacanza, non avendo nessun impegno di lavoro.
Concludendo “un Lavitola al giorno leva l’Italia di torno!”.
di Jo Galete de Arilas
15 settembre 2011