Decadenza più vicina per Silvio Berlusconi
Decadenza sempre più vicina per Silvio Berlusconi. Il primo verdetto è arrivato ieri sera dalla Giunta delle elezioni e delle immunità del Senato. Con 15 no e un solo sì la commissione ha bocciato le proposte depositate nella relazione di Andrea Augello (Pdl ed unico voto a favore) che aveva chiesto il mantenimento del seggio di Senatore per Berlusconi, nonostante la condanna inflittagli dalla Corte di Cassazione per frode fiscale.
I 15 no sono arrivati dal Pd, M5s, Sc, e Sel mentre i senatori del Pdl, Lega e Gal (Grandi Autonomie e Libertà) hanno lasciato la Giunta dopo le due votazioni preliminari (conclusesi entrambe con 14 no e 9 sì).
Nessuna grande sorpresa quindi, dato che l’ ipotesi sulla bocciatura della relazione Augello era stata data per scontata. La palla ora passa a Dario Stefàno, senatore di Sel, presidente della Giunta, che ha ritenuto opportuno assumere anche la carica di Relatore. Quest’ultimo si recherà oggi dal Presidente del Senato Pietro Grasso per determinare il calendario della prossima consultazione durante la quale Silvio Berlusconi potrà difendersi davanti alla commissione in una seduta pubblica. Non sarà comunque prima di dieci giorni.
Ma la (auto) difesa del Cavaliere (che sembra più un attacco) era partita ancor prima della votazione. Con un videomessaggio di sedici minuti -che richiama l’esordio del ’94- Berlusconi ha espresso tutto il suo rammarico legato alle sue vicende giudiziarie “che mi hanno tolto” –dice- “tempo, serenità ed ingenti risorse economiche”. Sulla giustizia italiana l’ex premier ha continuato dicendo: “Siamo diventati una democrazia dimezzata alla mercé di una magistratura politicizzata” ed ha poi invitato gli italiani a ribellarsi: “Reagite, protestate, fatevi sentire, avete il dovere di fare qualcosa di forte e di grande per uscire nella situazione in cui ci hanno precipitati.”
Non manca infine spazio per il rilancio di Forza Italia e agli elettori annuncia: “Sarò sempre al vostro fianco, decaduto o non. Si può far politica anche senza essere in parlamento, non è il seggio che fa un leader, ma è il consenso popolare”.
di Luigi Carnevale
19 settembre 2013