Non mimose, ma libri e una corsetta
Domenica 8 Marzo 2015: in tutto il mondo si celebra la Festa della donna o, più correttamente, la Giornata Internazionale della Donna. Donne di qualunque età, di qualunque colore sia la loro pelle, vengono festeggiate e anche un po’ celebrate per una giornata intera. Non me ne vogliano i fervidi credenti delle origini di questa giornata, la quale venne festeggiata per la prima volta il 28 Febbraio 1909 dal Partito socialista americano, durante la quale fu organizzata una manifestazione in favore dell’ottenimento del diritto di voto femminile. Oggi purtroppo si dimenticano spesso i veri motivi per cui questa festa viene ancora onorata, le vere origini di questa celebrazione, mentre ci si rannicchia volentieri (discorso che vale per ambo i sessi) nelle frasi classiche e ripetitive, come ad esempio: “Non solo oggi, ma tutti i giorni le donne devono essere amate e rispettate”; “Senza la donna il mondo sarebbe diverso”; “Non mi ha regalato niente quel demente, se ne sarà dimenticato!”. Ecco, diciamo che le espressioni dovrebbero essere ben diverse, motivo per cui sono le donne che per prime nemmeno festeggiano più questa giornata.
Quest’anno però due eventi sono da segnalare, che forse hanno riportato un po’ in auge la vera Giornata Internazionale della donna, arricchendola di un bel significato: nella città di Torino è stata organizzata una manifestazione sportiva, “’Just the woman I am”: migliaia di donne hanno partecipato nel caldo pomeriggio torinese alla corsa – camminata non competitiva di 6 km organizzata dal Cus Torino per raccogliere fondi da destinare alla ricerca contro il cancro. Tutti le concorrenti indossavano pettorali rosa e dello stesso colore erano le centinaia di palloncini liberati nel cielo della città in piazza San Carlo, luogo di partenza ed arrivo della manifestazione.
Il secondo evento, nato più sui social e che comunque ha avuto un ottimo riscontro, è stato #NonMimoseMaLibri, accompagnato dai tanto detestati hashtag, che però in questa occasione sono serviti al passaparola tramite web e che hanno attribuito un’accentuata originalità a questa idea. E per dirla come i blog, perché i libri? Non solo perché non appassiscono, ma perché per una lettrice (o anche lettore) il rapporto che si va ad instaurare con il libro regalato è doppio: infatti, rappresenta il ricordo presente e futuro della persona che ce lo ha regalato, ma è anche il libro che di per se stesso costruisce con noi un legame profondo, fatto principalmente di parole, colori, immagini e spesso sì, anche suoni.
Quindi forse bisogna proprio prendere spunto da questi due eventi che hanno colorato la giornata della donna non solo di un colore rosa, ma di significati veri, sinceri e profondi.
di Rebecca Cauda
9 marzo 2015