Le strutture inadeguate di UniTo
TORINO – Da molti anni ormai l’Università degli Studi di Torino si trova ad accogliere studenti in strutture a dir poco inadeguate e scandalose per ciò che dovrebbero rappresentare e realmente rappresentano. Il simbolo massimo dell’istruzione, le future eccellenze del mondo del lavoro si trovano imprigionate in palazzi che sono vecchi, fatiscenti e totalmente fuori luogo per ospitare delle facoltà universitarie.
L’esempio più lampante e famoso è Palazzo Nuovo, situato nel centro città. Un palazzo vecchio già dopo pochi anni che era stato costruito, che ospita moltissime facoltà in classi dove, se va bene, gli studenti si ritrovano a seguire le lezioni seduti sugli scalini, in condizioni igieniche e di sicurezza che fanno rabbrividire. Senza dimenticare insetti e scarafaggi che, molto spesso, sono presenti non soltanto nelle leggende metropolitane. Laboratori inagibili o non utilizzabili a causa della scarsità dei fondi sono dati reali che non possono essere lasciati in disparte.
Un altro bell’esempio di struttura universitaria è quella della Facoltà di Economia che ha sede in una parte del “Poveri Vecchi”, un vecchio centro di ricoveri per anziani. Li i topi giravano tranquillamente fino a poco tempo fa, in una struttura che non era nata con il fine ultimo dell’insegnamento universitario. Acustica scadente in aule infinite il caso più eclatante di disagio degli studenti. Anche questa una struttura inadeguata, vecchia e poco consona.
Con la creazione del Campus Einaudi (una struttura adeguata anche se con alcuni autogol come alcune aule troppo piccole) tutte queste problematiche andavano cancellate, ma non può una sola struttura all’altezza eliminare i problemi di una Università che smista migliaia di studenti in ogni parte della Città, in strutture che non possono essere la base per un buon livello di cultura. Perché, per quanto possa essere strano, studiare seduti per terra, magari spingendo gli studenti a svegliarsi un’ora prima per arrivare in aula con ampio anticipo per conquistare un posto non permetterà mai ad uno studente di esprimersi al meglio. E l’Università dovrebbe avere quello scopo ultimo, perché va a formare la potenzialità futura di un Paese, perché una Nazione si dimostra forte se investe bene nei propri giovani. E negli investimenti ci devono essere, necessariamente, strutture adeguate.
In un momento di crisi come quello attuale si preferisce, a Torino, costruire il grattacielo della Regione (che costerà 260 milioni di euro con lavori attualmente fermi) piuttosto che dotare l’Università di un secondo centro adeguato come il Campus Einaudi. Il tutto contestualizzato in una Regione con un debito che ha toccato i 9,4 miliardi di Euro.
È vero, la cultura non si mangia e non si tocca, ma senza cultura siamo ben poco. E Torino ha deciso di ridimensionare il proprio futuro. Una scelta lungimirante? Assolutamente no.
Alessio Giaccone
4 ottobre 2014