Elezioni in Sardegna, Todde Presidente e una grande sconfitta per il centrodestra

Alessandra Todde, candidata per elezioni regionali in Sardegna, ha raggiunto la vittoria. Sostenuta dai 5Stelle e dal Pd ha battuto il rivale Paolo Truzzu, candidato di centrodestra.
Un risultato comunicato nella giornata di martedì 27 febbraio e che è emerso a seguito dello spoglio delle schede. Poche migliaia di voti, ma decisivi per la vittoria del centrosinistra. Il primo dato parziale è affiorato in seguito allo scrutinio di 1825 sezioni su 1844 evidenziando un 45,4% per Todde, ovvero uno 0,1% rispetto ai risultati emersi precedentemente. Truzzu ha raggiunto un 45%, mentre Soru ha ottenuto un 8,6% seguito da Lucia Chessa ferma ad un 1%.

Diversi sono stati i commenti, ma la nuova Presidente sarda ha evidenziato come i sardi avessero risposto ai manganelli con le matite, visto ciò che è accaduto a Pisa e che ha toccato profondamente la nuova governatrice; eventi di grande importanza e che, nel pensiero di Alessandra Todde, sono fondamentali per comprendere quanto i diritti non siano un qualcosa di scontato.
La reazione di Paolo Truzzu rispetto ai risultati elettorali non è stata da meno, si è assunto la responsabilità addossandosi la colpa della sconfitta, ritenendo, in maniera particolare, che il contributo di Cagliari sia stato fondamentale per tale esito, congratulandosi, infine, con l’avversaria.
La prima Governatrice donna dell’Isola
Alessandra Todde viene comunque considerata una personalità incisiva e influente, con due lauree e il titolo di ingegneria. La prima Presidente donna della Sardegna aveva già avuto ruoli rilevanti all’interno del mondo politico, basti pensare ai suoi operati all’estero in Paesi come gli Stati Uniti, la Spagna, l’Inghilterra, la Francia e l’Olanda dove i temi principali usati da Todde, come cavalli di battaglia, approdavano al settore tecnologico, energetico e finanziario. Tutte materie poste negli anni sul tavolo sardo, soprattutto per quanto concerne differenti vertenze industriali.
Nel 2018 rientrò in Italia definitivamente e nel 2019 decise di candidarsi alle europee con il M5S senza ottenere alcuna elezione. Nonostante tale sconfitta l’incarico istituzionale giunse in ogni caso con il secondo Governo Conte, ottenendo il ruolo di sottosegretaria, in seguito, invece, ricoprì la carica di vice ministra sotto l’esecutivo Draghi.
Nel corso della XIX legislatura è stata componente della Commissione delle Attività produttive, commercio e turismo e segretaria della Commissione per il contrasto degli svantaggi derivanti dall’insularità.
La sua candidatura a Presidente della Regione ha comportato una sostituzione per la posizione di vicepresidente nel M5S, un ruolo ricoperto ad oggi da Chiara Appendino.
Meloni rompe il silenzio: “Impareremo dalla sconfitta”
Elezioni con ripercussioni nazionali e che hanno toccato la Premier Giorgia Meloni che ha sottolineato come la destra debba imparare da questa sconfitta. Ci sono forse errori su cui bisogna ragionare insieme, all’interno della coalizione, per presentare un operato migliore per l’Italia stessa.
Una sconfitta per la destra che ha visto gli attacchi di Schlein e Conte che hanno messo sotto i riflettori tale risultato elettorale come un vero e proprio fallimento per Salvini e Meloni, che dovrebbero agire con meno arroganza e riflettere maggiormente sulle loro azioni. Parole incisive quelle presentate dai leader di Pd e M5S dove Conte ha concluso le accuse affermando “Diamo una sveglia al governo”.