Il Caos ordinato di Fabri Fibra

Il nuovo album Caos segna il ritorno di Fabri Fibra
Con tutta la delicatezza possibile, e un po’ di onesto scetticismo, mettiamo in moto il web player musicale. E la sorpresa è piacevole: l’album di Fabri Fibra, Caos, questo il titolo del suo nuovo lavoro, è bello, e i suoi testi, come d’abitudine, espliciti e profondamente interessanti.
Il precedente disco, Fenomeno, risaliva infatti a cinque anni fa, al 2017, ed era passato forse un po’ sotto silenzio. Ma questo lustro di rinascita e riflessione ha permesso al noto rapper italiano di affilare la sua penna e ritornare con grande verve sulla scena nazionale. Nella scrittura dei diciassette brani di Caos si percepisce con estrema chiarezza il percorso di crescita e di maturazione del compositore più controverso del rap italiano. Da sempre autore di rime sopraffine, molto attento al peso delle parole e al rispetto assoluto, quasi religioso, per il beat tipico del rap, Fibra ha sempre manifestato un profondo rispetto per il genere, e nel caso specifico di questo nuovo lavoro viene ripagato di tutti i suoi duri anni di sana coerenza stilistica.
Un Caos calmo
Con la sua consueta sincerità ha raccontato quanto Caos, uscito recentemente (marzo 2022), sia stato terapeutico per rimettere, ossimoricamente, ordine nel suo tumulto interiore. Fabri Fibra non ha mai nascosto la propria sofferenza e le dolorose battaglie contro la depressione, gli abusi, le dipendenze, che per molti anni l’hanno tormentato e tenuto lontano dal palcoscenico.
Fumo Erba ne è un esempio lampante: autobiografica fino al midollo (“ho quarant’anni e ancora fumo erba/ho i brividi passami una coperta”), racconta del recente passato di eccessi di Fabrizio Tarducci, tra angosce, attacchi di panico, brividi di freddo, fuori e dentro.
Tra old school e trap
Un disco senza dubbio, e dichiaratamente, old school, non solo nella sonorità, che tuttavia non disdegna qualche incursione nel mondo della trap, ma anche nella compostezza di affrontare tematiche sociali, politiche, e del successo. Soprattutto su quest’ultimo, Fibra punta il dito contro i rapper odierni, e si pone in polemica aperta con gli artisti, o sedicenti tali, troppo interessati ad inseguire la chimera della notorietà e dell’ultima hit accattivante, piuttosto che esplorare la qualità musicale della loro carriera. E lo dice schiettamente nel brano Good Fellas, in compagnia di Rose Villain.
Numerose le collaborazioni, con i colleghi del passato (con Neffa nel brano Sulla Giostra, per poi proseguire con Guè e l’inconfondibile Salmo in Cocaine, con Marracash in Noia) e con le nuove leve Lazza, Madame (nell’eponima Caos). Non manca poi la partecipazione di ospiti sicuramente di alto livello (come Francesca Michielin, con cui duetta in Liberi), e alternativi come il duo Colapesce e Dimartino, che segnano il debutto di questa nuova stagione del rapper con il brano Propaganda, già diventato un tormentone primaverile.
“Ti prego Dio dammi una mano/ Anzi dammi un palco, è tempo di riscatto”, afferma Fabri Fibra nell’inequivocabile brano Cocaine. Con Caos, senza bisogno di scomodare le alte sfere, il riscatto sembra alle porte.