MARCHE, ESCALATION DI VIOLENZA: COPPIA DI ANZIANI TRUCIDATI NEL MACERATESE

Un appello alla politica italiana: ridateci la Guardia Nazionale contro il dilagare del “brigantaggio” del XXI secolo. Per il SIAP: più forze di polizia in campo.
Ennesima brutale aggressione ai danni di due persone anziane che riporta alla mente il giallo della coppia di negozianti di Lignano Sabbiadoro, barbaramente trucidata nella propria abitazione lo scorso mese di agosto. Teatro di questo orribile fatto di cronaca questa è una regione del centro Italia, le Marche; due coniugi di mezza età sarebbero stati trovati in un lago di sangue all’interno della propria abitazione ubicata nelle campagne maceratesi. Paolo Marconi, 83 anni e la moglie Ada Cerquetti di 73, agricoltori in pensione e da sempre persone tranquille e umili, sarebbero stati uccisi senza pietà da veri e propri “barbari”. Lui riverso a terra supino e la donna in una legnaia al pianterreno. A fare la macabra scoperta un cacciatore della zona, Reno Piolo, che nella mattinata di ieri 30 settembre si trovava a passare in prossimità dell’abitazione.
Un intero paese sotto shock che adesso vive nel terrore. Secondo le prime ricostruzioni degli investigatori il duplice omicidio sarebbe avvenuto a scopo di rapina, forse in cerca di soldi mai trovati. Alcune indiscrezioni parlano di un balordo notato nelle vicinanze, altre di una BMW sospetta (della quale tra l’altro sarebbe stato preso il numero di targa) e di un furgone malandato notato in zona. Duro il commento del sindaco di Montelupone, Giuseppe Ripani: “La gente e’ sconvolta per le persone tragicamente morte, perché tutti le conoscevano”. Ancora poco chiare le dinamiche, ma sicuramente si tratta di un episodio anomalo che per ferocia e fine si differenzia dalle precedenti rapine avvenute in quell’area. “Non esistono più isole felici”, ha aggiunto il primo cittadino per ribadire la preoccupazione per questa escalation di violenza che sta interessando la nostra regione da qui a qualche mese. Il caso del dentista Nicola Calzonetti sequestrato tra la notte del 18 e il 19 settembre nella sua villetta a Fontespina con l’intera famiglia, sotto la minaccia di armi da fuoco; il caso del gioielliere Enzo Verolo titolare della gioielleria “Il Monile” a Civitanova Marche, aggredito e legato nel suo negozio; la tragica rapina del 4 aprile scorso nella gioielleria Cifola di Monte Urano, durante la quale Rosa Donzelli, uno dei banditi, rimase uccisa; le aggressioni subite a scopo di rapina da alcuni noti personaggi, come lo stilista Cesare Paciotti e l’imprenditore Gino Ruggieri. Un chiaro segnale di un problema nel “dispositivo” sicurezza che preoccupa sempre più i cittadini e che ha fatto sobbalzare dalla sedia il Capitano delle Forze di Completamento dell’Esercito (la moderna riserva delle nostre Forze Armate), in congedo, Roberto Mattei, da anni in prima linea per un re-impiego degli ex militari nell’ambito di una Guardia Nazionale militarizzata.
“Anziché tagliare il personale militare, i politici farebbero bene a diminuire altri sperperi. Nell’esercito, così come nelle altre Forze Armate, esistono dei volontari riservisti che lo Stato richiama in servizio per colmare carenze organiche e di professionalità. Queste persone vengono ri-qualificate militarmente e per loro le Forze Armate spendono pertanto del denaro pubblico. Beni tangibili che però non sanno di investimento visto e considerato che questi individui non hanno alcuna chance di accedere al servizio permanente per titoli di servizio, come al contrario accade ormai da anni per i graduati di truppa provenienti dai volontari in ferma prefissata e come accadeva in passato tra i VFB. Se investire significa improntare dei soldi con la promessa di un ritorno, in questo caso ciò che manca è proprio l’ultimo passo. Non ha senso infatti formare un individuo, impiegare ore di training e poi lasciarlo andare per formarne un altro da zero, magari da assumere in pianta stabile. Basterebbe richiamare dal congedo tutti gli ufficiali e gli altri militari delle Forze di Completamento per risparmiare milioni e milioni di euro, impiegandoli per il controllo del territorio.
La Guardia Nazionale di cui parlo nel mio progetto è la stessa che in passato sconfisse il brigantaggio nell’Italia meridionale. Si tratterebbe di riesumare vecchie leggi, norme e regolamenti impiegando questi uomini nelle loro aree di residenza. Non si tratta di un’idea campata per aria, come qualcuno sostiene, se consideriamo che nel nostro Paese esistono già due corpi militari che tra l’altro NON APPARTENGONO ALLO STATO ITALIANO bensì a due ASSOCIAZIONI. Se prima delle prossime elezioni nessuno prenderà in considerazione questa nostra idea, tutti noi ex militari siamo pronti a dirottare il nostro voto su partiti minori o addirittura a costituire una nostra forza politica e… siamo tantissimi”. Preoccupato per la situazione anche il segretario provinciale del SIAP (Sindacato Italiano degli appartenenti alle Forze di Polizia), Antonio Cresci e il suo numero due Roberto Gala. Risolvere il problema non sarà facile, ma secondo il Siap sono necessari due provvedimenti: più personale in divisa e vigilanza sul territorio, “l’unica soluzione per arginare questi episodi à avere a disposizione un maggior numero di forze di Polizia in campo ed un servizio più serrato sul territorio”.
Ezio Galanis
2 ottobre 2012