A Milano la Prima “CASA” tutta al femminile

Un luogo tutto al femminile e riservato esclusivamente alle donne sia come singole cittadine sia come associazioni, nel quale potranno incontrarsi, avere confronti e sviluppare progetti, sì insomma dare forma concreta a idee.
“I temi spazieranno – come spiega l’assessore alla Casa e Demanio Lucia Castellano – dal lavoro, alla famiglia, dalla salute al tempo libero, Milano è ricca di realtà già attive su questo fronte e sono sicura che arriveranno molte proposte interessanti.”
Per tutto questo, ci voleva una struttura adeguata che finalmente è stata trovata nell’ex scuola di Via Marsala al civico 8.
L’annuncio per la definizione dello spazio in questione è stato dato lo scorso 11 gennaio, dall’assessore Castellano, in un intervento della seduta congiunta delle Commissioni Pari opportunità e Casa, Demanio e Lavori pubblici.
Molto soddisfatta l’Assessore per aver realizzato quanto era nei programmi del Sindaco e: “Di consegnare alla città uno spazio che presto ospiterà questo importante progetto sociale rivolto alle donne.” L’edificio è di 2.300 metri quadri complessivi; e alla “Casa delle donne” saranno destinati gli spazi al piano terra (circa 400 mq), con giardino annesso. Esso è situato in una posizione centrale facilmente raggiungibile ed è anche, prosegue Lucia Castellano: “Bello e dignitoso: crearvi uno spazio in cui le donne possano incontrarsi, confrontarsi, riconoscersi è di certo un bel segnale per la città”.
L’assegnazione dell’ex scuola di Via Marsala per la “Casa delle donne”, fa parte di un più ampio progetto, il cui fine è quello di assegnare e creare nuova vita agli spazi comunali inutilizzati (soprattutto quelli più grandi, abbandonati e a rischio degrado)
Per il raggiungimento di questo obiettivo l’Amministrazione ha rivoluzionato il sistema dei bandi che sono proprio ripensati prosegue la Castellano: ”Con l’obiettivo di favorire, principalmente nelle periferie, attività sociali e aggregative, piccole imprese e attività commerciali.”
1.200 piccoli spazi e almeno un centinaio di grandi stabili in disuso, a tanto ammonta questo ragguardevole patrimonio per il quale i nuovi bandi prenderanno in considerazione il comodato d’uso gratuito purché gli assegnatari si accollino le relative spese di manutenzione.
Manuelita Lupo
14 gennaio 2013