A Milano il 67esimo anniversario della Liberazione tra fischi per Formigoni e Podestà

Anche a Milano, come nel resto d’Italia si è festeggiato il 25 aprile per ricordare l’anniversario della liberazione dal nazifascismo, dopo l’occupazione durante la seconda guerra mondiale (1939-1945), in cui l’Italia si ritrovò divisa in due, vedendo al nord Benito Mussolini che aveva costituito la Repubblica Sociale, alleata con i tedeschi ed il Nazismo di Hitler, mentre al sud era nato un movimento in opposizione il governo Badoglio, con l’aiuto degli Alleati americani e inglesi.
Ma quanti ancora oggi celebrano con lo spirito giusto questa festa nazionale che dovrebbe ricordare il sacrificio di migliaia di italiani, che offrirono la propria vita per darci la libertà, che ancora oggi possiamo godere nonostante la crisi che ci ha investito ed ancora non ci lascia?
Ad esempio oggi pomeriggio a Milano la festa è stato il pretesto per contestare la politica ed i politici locali con fischi, cori e striscioni. La contestazione è stata forte e non è bastata l’affermazione di Formigoni che sul portale Formigoni.it aveva scritto: “Il 25 aprile è la festa di tutta la nazione. Non di una parte, ma di tutta. E’ con questo spirito che ho sempre inteso celebrarlo, fuori da contrapposizioni, da guerra fredda, che dividono più che unire”.
Formigoni ha proseguito nelle sue osservazioni rilevando: “Ricordiamocelo anche oggi, che siamo uniti pur nelle differenze politiche per far uscire il Paese dalla crisi. Anche allora, come oggi c’era chi approfittava della situazione per sopraffare gli altri e imporre la propria visione delle cose. Ma per fortuna vinsero quelli che nella Resistenza lottarono per un’Italia veramente libera dai germi dell’ideologia e plurale, dove la differenza politica sarebbe stata un valore e non una iattura da eliminare in modo non convenzionale. Noi guardiamo a questi eroi. Noi guardiamo alla prima medaglia d’oro della Resistenza, un lombardo, il giovane Giancarlo Puecher. Egli pagò col sangue la sua scelta per la libertà”.
I Milanesi però, evidentemente, non hanno recepito il senso di questo messaggio, né hanno ascoltato le raccomandazioni del sindaco G. Pisapia, perchè nel pomeriggio sulle strade di Milano si sono uditi fischi, che erano indirizzati nei confronti del presidente della Provincia di Milano, Guido Podestà, fischi che sono cominciati al suo ingresso al corteo e continuati fino al suo intervento tenuto sul palco in Piazza del Duomo, che richiamava all’unità. Guido Podestà, commentando i cartelli dei manifestanti con scritte come “Fascisti a casa” e , “nessun spazio a fascisti e razzisti”, ha replicato: “C’é sempre un piccolo gruppo di intolleranti che non comprende il valore della democrazia”.
Anche l’intervento dell’assessore regionale Domenico Zambetti è stato accompagnato da vigorosi fischi, nel momento in cui si accingeva a portare il saluto del presidente della Regione, Roberto Formigoni, che forse per prudenza alla luce degli ultimi accadimenti che lo hanno visto coinvolto in questi giorni, ha preferito non essere presente di persona.
Grandi applausi invece sono stati riservati al segretario della Cgil Susanna Camusso, che nel suo intervento ha affermato: “Nessuno può permettersi di dimenticare chi ha liberato il Paese ed è stato dalla parte giusta. Bisogna fare attenzione ai venti che stanno soffiando in Europa e in Italia del negazionismo e della discriminazione. Bisogna ricordarsi di chi ci ha dato la libertà”. La Camusso ha pure criticato il governo didendo:“Monti non sta facendo un buon lavoro perché ha annunciato un programma di rigore, equità e crescita e vediamo solo il rigore. Non vediamo equità nei provvedimenti, soprattutto non vediamo crescita e lavoro”.
Comunque quest’anno a Milano non si sono però viste contestazioni nei confronti del debuttante sindaco meneghino, che invece avevano contraddistinto gli anni di Letizia Moratti, e questo può essere letto come un segnale di distensione e dialogo nel confronto democratico con la giunta che amministra la città.
Sebastiano Di Mauro
25 aprile 2012