Un viaggio oltre gli occhi, con Marco Proietti Mancini

Abbiamo incontrato ed intervistato l’autore del romanzo “Oltre gli occhi” Giubilei Regnani Edizioni, Marco Proietti Mancini, scrittore e lettore onnivoro, collabora con portali e riviste on line. Scrive racconti, poesie, articoli e recensioni letterarie. Il suo ultimo romanzo è la storia molto coinvolgente e intensa, con poche parole chiare e profonde, capaci di trascinare nella trama il lettore, senza fargli mai staccare gli occhi, fino alla fine del libro. Una storia intensa, che fa commuovere fino alle lacrime. Si racconta di Mattia Deodati. Un uomo normale che svolge una vita normale, ma un gravissimo avvenimento della vita ha sconvolto la sua esistenza. Costringendolo a iniziare un nuovo capitolo. “Oltre gli occhi”, come afferma Marco in un’intervista con la Stoppini, gli occhi sono l’unica parte del corpo umano che non muta, ma sono anche il bagaglio di tutto il nostro vissuto.
Quando hai incontrato per la prima volta il protagonista della tua storia?
La verità è che è lui, anzi, sono loro – i personaggi – che hanno incontrato me. Io non penso ai personaggi, al protagonista, quando mi viene l’ispirazione per una storia da raccontare, io penso e sento solo quello che voglio trasmettere con le mie parole. Il personaggio si crea da solo, pagina dopo pagina. Magari diventa una specie di collage di tanti “incontri” che faccio ogni giorno, con tante persone, ognuna delle quali mi lascia addosso qualcosa.
Gli accadimenti della vita, peggiorano a tuo avviso le persone, oppure si amplifica solo quello che è il “carattere” originale?
Direi che è una visione pessimistica della vita. Perchè gli accadimenti non potrebbero anche migliorare le persone, e non solo peggiorarle? Comunque questa è una domanda per i filosofi e non per uno scrittore. Io ammiro moltissimo i filosofi e mi diverto a prenderli in giro. “Un filosofo è una persona che ti insegna come vivere, intanto che vive in un altro modo”; oppure “Il filosofo è quella persona che potrà sempre dimostrarti la ragione, purchè ci siano le parole giuste per dimostrarla.”
La verità è che le persone sono universi troppo complessi, per dare una risposta sola a questa domanda. Una cosa penso, i presuntuosi, quelli che credono di essere migliori, superiori agli altri, quelli non cambiano mai, peggiorano sempre. Per tutti gli altri forse c’è speranza.
Certo, penso che nella vita si possa sempre migliorare come diceva Marylin Monroe. Nel tuo libro, ma anche poi nei tuoi post ricorrono spesso le parole “amore, libertà e isolare”. Mi dici il tuo pensiero su ognuna?
Amore. Lo raccontava Ovidio e poi tutti gli altri, andando avanti e passando per il sommo narratore dell’amore, Shakespeare. Sono duemila e passa anni che se ne parla, è sempre uguale, ma è sempre meraviglioso viverlo e raccontarlo. L’amore è l’unica emozione che per esistere ha bisogno di essere sia passiva che attiva, si ama per bisogno di amare, si ama per bisogno di amore.
Libertà. Senza libertà non siamo nulla, non esistiamo neanche come persone. Senza libertà non è vita. La libertà collettiva, la libertà sociale, per esistere veramente, deve essere la somma della libertà di ogni individuo, ognuno libero nel rispetto della libertà degli altri.
Isolare. È il bisogno di ognuno di noi di avere il proprio tempo, il proprio spazio per parlare solo con se stesso. È la necessità di ascoltarsi, di non avere disturbo e invasione dell’anima. Ma l’isolamento coatto, quello imposto a qualcuno, è la peggior condanna che si possa dare. Peggio della pena di morte.
Cosa ami fare nel tempo libero?
Mi piace riempirlo fino a quando non è più libero. A parte le battute, mi piace fare quello che scelgo di fare per istinto, per voglia. Leggere, cucinare, mangiare, scrivere (ma scrivere è tempo libero, per uno scrittore?), andarmene a fare un giro in scooter per la mia città. Ma il mio tempo veramente libero è quello che passo al mare, sulla mia terrazza di fronte alle onde o sulla spiaggia. Allora non devo riempirlo con niente altro, per stare bene; è tempo libero veramente.
“L’essenziale è invisibile agli occhi” vorrei sapere se condividi questa frase e cosa rappresenta per te?
La condivido talmente tanto che dico che le cose più profonde, le più importanti che abbiamo dentro, non possono essere espresse con nessuna parola conosciuta. Se dobbiamo raccontare l’essenziale di noi stessi, parlare della nostra anima, delle nostre emozioni e sentimenti, qualsiasi cosa potremo dire non sarà altro che la replica di cose già dette da altri. Quindi l’essenziale non è solo invisibile, è irrapresentabile, in qualsiasi forma espressiva. Solo una cosa possiamo fare, per dare forma e visibilità all’essenziale. E’ il momento del piacere quando si fa all’amore. Allora l’essenziale (l’essenza) diventa visibile.
Quale genere e autore ami leggere?
Veramente non faccio nessuna distinzione di genere, non la concepisco neanche. Esistono solo bei libri, belle storie, ben scritte, qualsiasi sia il genere in cui il mercato e gli editori li collocano per piazzarli su uno scaffale invece che su un altro. Gialli, Noir, Thriller, Romance, Sci-Fi, sono solo definizioni. Esiste la narrativa, esiste la saggistica, esiste la poesia. Poi esiste qualcuno che riesce a contaminare tra loro perfino queste tre macrodefinizioni; ed è una cosa bella.
Riguardo agli autori, sono talmente tanti – veramente – quelli che amo leggere, che indicarne dieci non basterebbe comunque, neanche venti basterebbero, farei venti nomi e ne escluderei altri che mi piacciono ugualmente. Allora cito solo Simenon, in qualsiasi sua opera. Sublime, una certezza. Compagno di mille viaggi in treno e in aereo.
Progetti futuri?
A dicembre – per Historica – uscirà “Storiacce”, una raccolta di tre racconti lunghi scritti uno da me, uno dal duo Costantini&Falcone, l’altro da un giovane sceneggiatore molto bravo, Igor Artibani. E’ una “cosa” che ho voluto fare a tutti i costi, per mettermi alla prova e vedere se riuscivo a scrivere anche cose cattive, raccontare brutte storie. Vedremo se ci sarò riuscito, intanto io sono contento di aver superato anche questo scoglio.
Poi sto ultimando due romanzi. Il primo è il secondo volume della “trilogia della privazione” iniziata con “Oltre gli occhi”. L’altro romanzo riprende la vita di Benedetto ed Elena dove l’avevo lasciata con “Gli anni belli”, in pratica è il terzo volume della storia di questa famiglia, per arrivare almeno al primo dopoguerra degli anni ’50 dello scorso secolo.
In aggiunta, il mio telefono e la mia mail sono sempre pronti a ricevere proposte e richieste, mi diverte un sacco mettermi alla prova.
Dalla quarta di copertina:
“Eppure, in quella scheggia di vetro macchiata e scura, gli occhi che vede sono sempre gli stessi, le iridi verdi e profonde in cui perdere lo sguardo. Dovrebbe cavarseli, per non vederli, per non riconoscerli più, dovrebbe essere capace di andare oltre quello che vede, cancellare i suoi ricordi e ogni cosa della sua memoria, dovrebbe essere capace di attraversare quel confine che separa ogni uomo dalla follia, per essere libero, essere capace di andare oltre gli occhi.”
Marco Proietti Mancini nato a Roma classe 1961. Ha pubblicato nel 2009 il suo primo romanzo Da parte di Padre (ripubblicato a settembre 2013 in ebook per Edizioni della Sera Nel 2012 ha pubblicato la raccolta di racconti Roma per sempre (EdS) e a marzo 2013 è uscito il suo secondo romanzo Gli anni belli (EdS). I suoi raccolti sono contenuti nelle antologie Nessuna più (Elliot), Cronache della fine del mondo (Historica), 99 rimostranze a Dio (Ottolibri).
di Emilia Ferrara
9 ottobre 2014