Strage piazza Fontana: Milano ha celebrato il 42° anniversario

di Sebastiano Di Mauro
Durante la manifestazione contestati il sindaco Pisapia dal centrodestra e il presidente della Provincia Podestà dai giovani di un centro sociale
E’ stato nel pomeriggio di quarantadue anni fa, alle ore 16, 37 del 12 dicembre 1969, che Milano fu teatro di una grande tragedia per l’esplosione di una bomba nella sede della Banca Nazionale dell’Agricoltura in piazza Fontana. L’esplosione provocò la morte di diciassette persone ed il ferimento di altre ottantotto.
Nello stesso pomeriggio un’altra bomba fu rinvenuta inesplosa a poche centinaia di metri, nella sede della Banca Commerciale Italiana di piazza della Scala, mentre altre tre bombe esplosero a Roma, la prima alle 16,55 in via Veneto, la seconda alle 17,20 all’Altare derlla Patria e la terza alle 17,30, all’ingresso del museo del Risorgimento, in piazza Venezia, quest’ultima con quattro feriti.
Ma al dolore del ricordo di quella strage ogni anno si aggiunge la rabbia per non essere riusciti a trovare un colpevole di quei 17 morti della strage. Forse per questo il sindaco, rivolto al consiglio comunale e alle famiglie delle vittime, nel suo intervento per l’occasione, oltre a raccontare il suo personale ricordo di quel pomeriggio, ha affermato: “Quel giorno abbiamo perso l’innocenza, è stato il nostro 11 settembre”.
La strage di piazza Fontana è stata e rimane una delle pagine più nere della storia milanese, che in oltre quarantanni non ha saputo fare giustizia e dare un volto a chi si è macchiato del sangue innocente, di uomini inermi.
Durante la manifestazione del pomeriggio, il presidente della Provincia Guido Podestà è stato contestato da un gruppo di militanti del centro sociale Cantiere al grido di “Fascista te ne devi andare”, tanto che per evitare disordini ha prima lasciato la piazza tra le urla, ma ha fatto ritorno per partecipare al corteo, dove veniva ulteriormente contestato ed in merito Podestà ha detto:“Vogliono impedire la partecipazione democratica”.
Non sono mancate le polemiche da parte di alcuni esponenti del centrodestra che contestavano il fatto che nel discorso del sindaco non ci sia stato neanche un accenno al commissario Luigi Calabresi. In proposito l’ex vicesindaco De Corato ha detto: “Un fatto gravissimo”. A questa affermazione gli faceva eco il leghista Matteo Salvini dicendo: “Una sinistra ottusa che monopolizza la memoria”. Invece il capogruppo del Pd Carmela Rozza ha ridato equilibrio alle contestazioni e nel suo intervento ha detto: “Ci sono altre due vittime di questa strage, Pinelli e Calabresi”.
Pisapia alle accuse che gli venivano mosse ha replicato: “Le parole da parte dell’opposizione e in particolare quelle dell’onorevole De Corato sul commissario Calabresi sono evidentemente strumentali e fuori luogo. Nel mio discorso mi sono rivolto in particolare ai familiari delle vittime e ricordato le tante stragi rimaste, purtroppo, senza colpevoli. Ho poi citato il ‘mostro in prima pagina’ pensando a Pietro Valpreda. Il mio intento era di ricordare quanto accaduto esattamente quarantadue anni fa, non ho invece voluto fare un discorso generale su quanto successe negli anni successivi a Piazza Fontana”
Una buona notizia però c’è stata ed è arrivata da parte del presidente dell’associazione delle vittime della strage di piazza Fontana, Carlo Arnoldi, che ha consegnato al sindaco i documenti digitalizzati del processo, per il quale il Comune di Milano ha contribuito con la somma di 10 mila euro a copertura totale delle spese. L’archivio è consultabile presso i tribunali, l’Archivio di Stato di Milano e nella Casa della Memoria di Milano, che verrà costruita prossimamente nel capoluogo lombardo, sul modello di quella già esistente a Brescia.
13 dicembre 2011