Ritorna la quiete dopo la tempesta tra Pisapia e Boeri. Sarà definitiva?
Si dice non non c’è due senza tre ed eccoci arrivati all’epilogo sulle questione Pisapia-Boeri, iniziata qualche giorno fa per la divergenza di posizioni sulla collocazione del nuovo Museo di arte contemporanea e sull’Expo. Già ieri si era ventilata una possibile soluzione, dopo le scuse dell’assessore che ha riconosciuto di aver sbagliato, dichiarando: “Mi scuso, con il sindaco e con i miei colleghi. Il mio interesse più grande, però, è che non vada persa quella straordinaria eccezione che, qui a Milano, Pisapia e io abbiamo rappresentato”.
La decisione di Boeri di fare delle pubbliche scuse è stata senz’altro determinate per arrivare a ricucire il rapporto, che però si teme non possa più tornare come prima. Il sindaco, dopo due giorni di consultazioni con i suoi assessori e consiglieri di maggioranza ha deciso di accordare all’architetto ancora la fiducia confermandolo alla cultura, moda e design ma le deleghe per l’esposizione saranno assegnate ad un comitato interassessorile, di cui farà parte anche Boeri. Quindi niente più Expo per il riconfermato assessore, che paga lo scotto delle sue critiche alla gestione di Giuliano Pisapia. Ora Boeri dice: “Farò di tutto per trasformare questa vicenda in un moltiplicatore di energie e intelligenza politica per Milano e per la nostra Giunta”.
Non si può però non considerare che lo stesso Pisapia ne esce scottato dalla vicenda perchè ha dovuto affrontare i vertici del suo partito, che è sceso in campo per gestire e ricucire la crisi, coinvolgendo finanche il segretario Pierluigi Bersani, suggerendogli di non estromettere Boeri dalla giunta, perchè questo avrebbe costituito un errore politico, cosa che era stata ipotizzata da tanti.
Tutto ciò ha portato ad un compromesso politico che da un lato, vede il gruppo consiliare Pd a Palazzo Marino assicurare il sindaco di controllare l’operato dell’assessore, affermando per bocca del suo capogruppo Carmela Rozza: “Saremo il primo controllore, rigoroso, della lealtà e del rispetto della collegialità”, chiedendo in cambio a Pisapia di cedere, in nome della collegiabilità da lui stesso invocata, una parte della sua autonomia decisionale, a favore del partito che in Consiglio è determinante per raggiungere la maggioranza.
Pertanto c’è poco da festeggiare per la pace fatta perchè questa potrebbe non essere definitiva, ma solo fittizia per far calare il silenzio sulla vicenda ed abbassare i riflettori e la conseguente eco mediatica. Si può quindi ben dire che in questa vicenda ha vinto il buon senso, ma soprattutto ha vinto il popolo Arancione che più volte in questi giorni ha ribadito quanto fosse importante non buttare all’aria l’unità della coalizione, arrivando perfino a fare delle obiettive e costruttive critiche al primo cittadino, che ne esce sconfitto insieme all’assessore: l’uno perché ha dovuto fare i conti con il potere della politica, non potendo decidere autonomamente, l’altro perché perde la titolarità di guidare un progetto del quale era firmatario del masterplan, che tanto prestigio aveva dato alla città.
di Sebastiano Di Mauro
1 dicembre 2011