“Il divorzio” di Vittorio Alfieri

Dal 21 al 23 marzo, sul palco del Teatro San Babila di Milano, “Il divorzio” di Vittorio Alfieri, regia Beppe Navello.
Un ragazzo di buona famiglia si innamora di una ragazza di famiglia altrettanto buona ma di costumi più disinvolti, più alla moda: il fidanzamento va a monte e allora, per risolvere in maniera acconcia le cose senza provocare scandalo, la madre di lei trova alla figlia un marito di comodo, vecchio e ricco, disposto a chiudere un occhio sull’andirivieni di amici, cicisbei e confidenti. Il tutto rappresentato alla maniera di una farsa, divertente ma con una morale alla fine della storia: come scandalizzarci se i costumi italiani costituiscono “obbrobrio d’Europa tutta?” Se il matrimonio nel nostro paese assomiglia da subito a un divorzio? Stiamo parlando dell’Italia di fine Settecento, naturalmente, ogni allusione a fatti o persone della realtà contemporanea è puramente casuale.
Vittorio Alfieri, il più grande autore di tragedie della nostra storia letteraria, applaudito in tutta Europa come un italiano anomalo e ammirevole per statura morale e forza poetica, decide alla fine della sua vita di scrivere alcune commedie: abita ormai a Firenze, dopo la fuga da Parigi in seguito alla Rivoluzione, disgustato dagli eccessi della tirannide e desideroso di riascoltare la lingua della patria. “Nel bel mezzo di schiavitù, e senza quasi probabilità né speranza di uscirne, né d’aver tempo io più, né mezzi per eseguire, mi si sollevò a un tratto lo spirito e mi riaccese faville creatrici” scrive egli stesso nell’Epoca Quarta della Vita scritta da esso, la bellissima autobiografia che è in realtà uno dei primi romanzi di formazione e di avventure della nostra letteratura.
È come se gli eroi delle sue tragedie, perfetti e smisurati nelle passioni e nei sentimenti, li sentisse definitivamente sconfitti; e ormai gli riuscisse soltanto a parlare di uomini, in particolare quelli del suo tempo e della sua patria, meschini e volgari, “dai piedi fangosi”.
Lo sdegno sarcastico di Alfieri, la forza di un lessico esemplare per sobrietà e ricchezza espressiva, libera lo spirito costretto nelle poche centinaia di espressioni alle quali è definitivamente condannata la lingua italiana contemporanea; e travestire i suoi personaggi con i caratteri eterni della mediocrità patria, con i ceffi imperituri dell’impudenza sociale, della politica gaglioffa, dell’ambiguità morale ci fa capire che qualcosa di eterno e imperituro è all’origine della nostra secolare decadenza.
Redazione Spettacolo
15 marzo 2014
TEATRO SAN BABILA
Corso Venezia 2/A Milano
“Il divorzio” di Vittorio Alfieri
Spettacoli:
venerdì – sabato ore 20.30
domenica ore 15.30
BIGLIETTI
Intero PLATEA e BALCONATA Euro 27,50 comprensivo di prevendita
Ridotto fino a 30anni
PLATEA e BALCONATA Euro 22,00 comprensivo di prevendita
Orari biglietteria
martedì, giovedì, venerdì, sabato dalle ore 11 alle ore 17.30
Nei giorni in cui si effettua la recita serale anche dalle ore 18.30 alle ore 21
mercoledì e domenica dalle ore 14.30 alle ore 17.30
Biglietteria: Tel. 02 798010 -Corso Venezia 2/A – 20121 Milano
info@teatrosanbabilamilano.it
www.teatrosanbabilamilano.it