Il cardinale Scola parla alla diocesi e, per questo Natale, invita alla rinascita e sobrietà

La scorsa notte l’Arcivescovo di Milano il cardinale Angelo Scola ha presieduto in Duomo la Messa di Mezzanotte di Natale, in una cattedrale colma di fedeli, tra cui molti giovani, famiglie e tante persone di origine straniera.
Nella sua omelia Scola si è rivolato ai presenti, e simbolicamente a tutti i fedeli della diocesi dicendo:
In un altro passaggio, spiegando il significato del Natale ha spiegato:“Noi tutti siamo pertanto invitati ad assimilare la grande lezione del Natale: l’umiltà. San Carlo, nostro grande co-patrono, ha esaltato nella sua santità l’humilitas, che significa lo stare ben aderenti alla terra (humus).
Oggi alle 11 poi la solenne messa di Natale, e al momento dell’omelia ha detto: “la nascita di Gesù diviene quindi per noi una ri-nascita. Gesù venendo tra noi ci insegna a «vivere in questo mondo con sobrietà, con giustizia e con pietà» (Tt 2,12). Sobrietà significa equilibrio, rispettoso del bene di tutti, nei rapporti e una distaccata magnanimità nell’uso dei beni; giustizia domanda valorizzazione della dignità, equità, eguaglianza autentica, solidarietà a livello personale, sociale e, in modo particolare, politico; pietà vuol dire non dimenticarsi del rapporto con Dio dentro il nostro quotidiano, rapporto che da secoli nelle nostre terre ha creato un costume che non deve andare perduto. Il costume del prendersi cura, tra l’altro, della vita e della morte, dei piccoli, degli anziani e dei più bisognosi a tutti livelli.”
Un invito quindi alla sobrietà, come nel pensiero del Papa Francesco, perchè “dalla sobrietà, dalla giustizia e dalla pietà sorgono quegli stili di vita che partendo dalla persona, attraverso i corpi intermedi, potranno consentire di affrontare l’ormai improcrastinabile urgenza di un nuovo ordine mondiale”.
Nella nostra società odierna, nella nostra città ha detto l’arcivescovo Scola “serve condivisione, ospitalità, amicizia civica che generano la solidarietà necessaria per uscire insieme dalla prova. C’è bisogno di un nuovo ordine mondiale per uscire dalla crisi”.
L’arcivescovo dopo la solenne messa pontificale si è recato in visita agli ospiti della Casa di Accoglienza “card. Giovanni Colombo” in via Marcantonio Colonna a Milano, dove agli ospiti e a tutti gli intervenuti ha detto: “In questa struttura residenziale, vengono accolte persone straniere dimesse dagli ospedali dopo le cure a seguito di patologie importanti. Attiva da vent’anni, nella “Casa cardinale Colombo” le persone bisognose trovano assistenza, accoglienza e percorsi di inserimento sociale. Un microcosmo composto da ospiti cattolici, ortodossi, musulmani provenienti da Afganistan, Tunisia, Marocco, Ucraina, Sri Lanka, Romania, da operatori e volontari coordinati dal direttore Giuseppe Conti e dalla presidente dell’Associazione Sarepta Marilena Bartoli, di cui questa Casa è parte”.
Poi l’arcivesco si è intrattenuto con loro esprimendo la sua gratitudine per questa opera di carità attiva grazie all’impegno di alcuni cristiani laici ai quali ha detto: “Sono venuto per gli auguri di Natale, per portarvi l’annuncio della compagnia di Gesù bambino. Egli viene ad assicurarci che chiunque nasce è destinato a vivere per sempre. La malattia, con tutte le fatiche che comporta, è stata assunta per noi da Gesù e possono essere consegnate nelle sue mani. Vivendo la malattia in una famiglia, in una casa come questa che vi accoglie, tutto è più facile”.
Redazione Milano
21 dicembre 2013