Progetto fattibilità riapertura Navigli: la realizzazione dovrà essere condivisa con la città

Chi ha già una certa età ricorderà bene come a Milano i Navigli era una realtà molto più estesa di quella che è visibile oggi.
La sua prima realizzazione, per scopi difensivi, risale al 1152 ad opera di Guglielmo da Guintellino, un ingegnere militare genovese al servizio di Milano. Poi sono seguite varie traversie lungo i secoli, fino a quando nel 1928 venne chiesto al Ministero dei Lavori Pubblici il permesso di copertura, motivata da nuove necessità viabilistiche ed igieniche, poiché erano in uso scarichi abusivi degli immobili adiacenti nella fossa interna anziché nella rete fognaria.
La copertura dei navigli negli anni avvenne tra il 1929 e il 1930, creando un anello di strade che ne prese il posto e che fu chiamato Cerchia dei Navigli. La spesa affrontata dal Comune per la copertura fu di oltre 27 milioni di lire. Ma adesso si riparla di riportarli alla luce per fare un’unica via d’acqua dal lago Maggiore all’Adriatico e, poi, dal lago di Como all’Adriatico, con la riscoperta della darsena come porto di Milano. Un’unica pista ciclabile dall’Adda al Ticino al Po che attraversa il cuore della città.
Il progetto vuole realizzare un anello centrale per il teleriscaldamento e il riordino degli altri sottoservizi. La riduzione del traffico veicolare nel centro storico e la creazione di nuove zone a traffico limitato con il conseguente miglioramento delle condizioni dell’inquinamento dell’aria.

Tutte queste le principali opportunità che emergono dal progetto di fattibilità per la riapertura dei Navigli, realizzato dal Politecnico di Milano, sotto il coordinamento del professore Antonello Boatti, presentato alla città questa mattina durante un incontro pubblico presso l’Umanitaria.
Durante la presentazione sono stati illustrati tre esempi concreti di riapertura dei Navigli in via Melchiorre Gioia, via Francesco Sforza e via Conca del Naviglio.
I progetti mostrano che i possibili problemi connessi a traffico, parcheggi e presenza delle stazioni delle metropolitana non solo potrebbero essere risolti ma migliorerebbero la vivibilità, l’attrattività turistica e la bellezza di Milano.
Sono anche in corso altri studi che mirano a realizzare la sostenibilità idraulica, idrologica e idrogeologica del progetto e la sua utilità ai fini del miglioramento del sistema delle acque della città.
Il vicesindaco con delega all’Urbanistica Ada Lucia De Cesaris, ha cos’ dichiarato:”Il progetto presentato oggi, ancora in via di definizione, è molto interessante e affascinante. Ringraziamo il Politecnico e i numerosi professionisti per il prezioso lavoro svolto. Un lavoro che ha coinvolto anche tanti giovani ricercatori. Ora dobbiamo fare un ulteriore passo avanti nella progettazione e nella valutazione economica, per poi passare alla presentazione del progetto, avviando un percorso di discussione e riflessione con la città per valutarne le modalità reali di realizzazione. La complessità e l’importanza dell’intervento non possono essere gestiti frettolosamente, senza sottovalutare la necessità di reperire le risorse. Abbiamo segnato il punto di partenza, continueremo affinché il sogno pian piano possa diventare risorsa e nuova qualità per Milano”.
Sebastiano Di Mauro
30 gennaio 2013