Siria, Assad e il pugno di ferro: ‘Guerra unica soluzione’
In Siria ogni giorno muoiono 90 persone, almeno dieci sono bambini. Nel solo mese di luglio si contano oltre 2400 vittime mentre cresce a dismisura anche il numero dei rifugiati nei paesi confinanti. Queste sono le stime lanciate ieri dall’Osservatorio siriano dei diritti umani, la Ong (con sede nel Regno Unito) che da mesi monitora la situazione del conflitto siriano e cerca di far capire al mondo la gravità di quanto sta accadendo nel paese mediorientale.
Mentre le vittime continuano ad aumentare la guerra civile fra Esercito Siriano Libero e l’esercito del regime di Assad continua ad imperversare. Una guerra di trincea che non si combatte solo sul campo ma anche a livello mediatico. Così il presidente Assad è tornato a minacciare i ‘ribelli’ affermando, nel corso di una cena tenutasi ieri sera nel palazzo presidenziale e trasmessa in diretta tv, che il suo esercito continuerà ad usare il pugno di ferro contro i terroristi e che la guerra è l’unica soluzione. Parole già usate in passato ma che con il passare dei mesi (ricordiamo che si combatte da oltre due anni) diventano sempre più pesanti.
Parole inoltre pronunciate con maggior vigore in quanto forti delle recenti vittorie del suo esercito che negli ultimi giorni ha riconquistato alcuni punti strategici sottraendoli all’Esercito Siriano Libero. Fra questi anche uno dei luoghi simbolo della ribellione, ovvero Khaldiyeh, quartiere di Homs, riconquistato nel mese di luglio.
Assad ha inoltre dichiarato che la «guerra in corso nel paese sarà risolta entro i prossimi mesi», ed ha poi aggiunto che: «l’opposizione non ha alcun seguito popolare e non ha un ruolo nella soluzione della vicenda. È vero che la guerra si combatte sui media e sui social network e nella società, ma l’unica soluzione si può trovare sul campo; le difficoltà economiche legate alla guerra colpiscono tutti i siriani e l’unica soluzione è colpire il terrorismo. In questo tipo di battaglie che puntano alla distruzione dell’identità culturale e del tessuto sociale nazionale, come siriani vinciamo insieme oppure perdiamo insieme».
Infine Assad ha manifestato di non aver alcuna intenzione di far partire i negoziati di pace a Ginevra.
Enrico Ferdinandi
(@FerdinandiE)
5 agosto 2013