Siria, nuova strage: 16 vittime nei pressi di una materna
Siria. Continua la repressione, gli attentati, quelli finti e quelli veri, l’esodo dei siriani, le dure dichiarazioni di Assad ma soprattutto si continua a morire in Siria. Quest’oggi almeno sedici persone sono rimaste vittime in seguito ad un’esplosione di un’autobomba nel sobborgo di Qatana, a sud ovest di Damasco. I media locali inoltre hanno riferito di almeno 25 feriti e che tra le vittime vi sono molte donne e bambini in quanto la deflagrazione è avvenuta nei pressi di una scuola materna. Probabilmente l’obbiettivo era una vicina caserma, ma non ve ne è certezza.
Intanto mentre la situazione di instabilità del Paese si fa sempre più grave uno degli ultimi alleati del regime di Assad, la Russia di Putin sta cominciando a parlare di una fine del regime, il vice ministro degli Esteri russo Mikhail Bogdanov ha affermato: «Il governo siriano sta perdendo il controllo sul Paese e l’opposizione può vincere. Non possiamo escludere che l’opposizione siriana possa ottenere una vittoria. È necessario essere saggi. Il regime siriano e il governo stanno perdendo il controllo del Paese sempre più»
Gli attivisti dell’opposizione siriana però hanno reso noto che in queste ore il governo di Bashar al-Assad ha rafforzato la sicurezza attorno ai luoghi sensibili dopo gli attentati condotti ieri dai ribelli contro istituzioni dello Stato, tra cui la triplice esplosione al ministero degli Interni. Gli scontri più accesi si registrano nei pressi di Damasco, nei sobborghi di Daraya, Arbeen e Harasata.
Anche il presidente della Repubblica Italiana, Giorgio Napolitano, in un messaggio letto in occasione della conferenza internazionale sui diritti umani e le politiche estere che si è aperta quest’oggi a Torino, è tornato a parlare della situazione nella quale vige il popolo siriano: «oggetto di un’inaccettabile violenza del regime contro la popolazione civile e vittima di brutalità indiscriminate».
Napolitano ha però ricordato che: «i diritti umani vengono calpestati anche in altre parti del mondo. Viva preoccupazione destano anche gli episodi di intolleranza e di violenza ai quali sono esposte le comunità cristiane in diverse aree dell’Asia e dell’Africa».
Enrico Ferdinandi
13 dicembre 2012