Dal Cercoletto giallo alla visione del non vedente Isaac Lidsky
Salve di nuovo cari lettori.
Quest’oggi vorrei condividere con voi una storia di un uomo che mi ha colpito per la sua enorme capacità di trasformare una sciagura in una opportunità. Ma prima di fare nome e cognome e di raccontarvi la sua storia facciamo un piccolo passo indietro; rendiamo succulenta questa vicenda.
Chi di voi conosce il kinkajou o cercoletto giallo?
Probabilmente quasi nessuno. È un animale, un procionide, che vive nelle foreste tropicali dell’America centrale e del Sud; è in grado di ruotare i piedi all’indietro per correre con facilità in ogni direzione, lungo i rami o su e giù per i tronchi.
Penserete: “ok, una specie curiosa, ma che c’entra con questa storia?” Poiché credo che di “cercoletti gialli“ ne esistano anche in altre zone del mondo, nelle metropoli per esempio; ci passano di sfuggita vicino, o proprio noi stessi lo siamo senza saperlo.
Non intendo dire che l’essere umano ha capacità articolari sorprendenti, ma che, metaforisticamente parlando, a volte, camminiamo all’indietro invece di procedere in avanti.
Parlo di supposizioni e logiche erronee, di convinzioni costruite su basi limitate, credere di essere costantemente nel giusto e gli altri no, di temere che il peggio arrivi come una porta in faccia all’improvviso. E tutto ciò accade senza nemmeno riconoscerlo.
Questa “prassi” al pensiero circoscritto dirige le nostre vite in modo che riteniamo normale, abitudinario. Ma dato il fatto che in questi articoli ho l’enorme passione di raccontare di “cose straordinariamente possibili”, vi racconterò di quell’uomo che prende il nome di Isaac Lidsky.
Isaac Lidsky è un personalità brillante e davvero versatile. Si è laureato a 19 anni con lode in matematica ad Harvard; gestisce attualmente una società edilizia ad Orlando; ha recitato in una sitcom televisiva; è stato per 2 volte assistente giudiziario per 2 corti supreme negli stati uniti.
Come potete notare, estrapolando notizie dal suo CV, è davvero una persona eccezionale. Ma sapete cosa lo rende ancor più eccezionale? Isaac è un non vedente.
Direste: “Wow, ma come è possibile; voglio dire può davvero una persona non vedente riuscire in tutti queste eccelse attività? è incredibile!”
Proprio per questa predisposizione ad affermare all’incredibile, che la maggior parte delle persona trova difficoltà ad associare una persona non vedente a gesta che “richiederebbero“ in questo caso la vista come organo di senso indispensabile. Ma sapete perché accade?
Abbiamo la tendenza a fare supposizioni sulle cosiddette disabilità, tramutando la carenza di una capacità di base comunemente diffusa, come carenza nello svolgere le ordinari attività che ci caratterizzano come indipendenti.
Eppure, se ci pensate un momento, ad esempio, una dei più grandi compositori di musica classica come Beethoven era quasi completamente sordo. E nonostante questo, ha scritto musica che rimarrà nella storia.
“La questione non è nel vedere, ma è acquisire una visione”
Queste sono le esatte parole che Isaac, dopo aver preso consapevolezza della rarissima malattia genetica che ha colpito la sua vista, esprime nelle sue conferenze. Diventare cieco gli ha insegnato a vedere con gli occhi ben aperti.
Provando ad immedesimarsi in Isaac provate a chiedervi: ”Cosa si prova a vedere?”, se ci pensate un momento è un azione immediata e passiva, aprite gli occhi al mattino e vedete la vostra camera, uscite di casa è c’è il mondo. Vedere è credere. La vista come metro di misura per una sorta di verità.
Questo è quello che pensava Isaac, sino al momento che le retina di entrambi gli occhi si comincio a deteriorare progressivamente al punto da restare completamente cieco.
Oggetti che erano presenti nella sua realtà, divennero illusioni; una serie di immagini transitorie nei meandri della sua mente.
Isaac alla fine capì una cosa: ha imparato che ciò che vediamo non è la verità assoluta. Non è una realtà obiettiva.
Quello che vediamo è una realtà personale e unica, abilmente descritta dal nostro cervello.
Proviamo ad usare qualche vocabolo da neuroscienza spicciola per comprendere meglio:
La corteccia visiva rappresenta il 30% del nostro cervello, rispetto a circa l’8% del tatto e del 2% dell’udito. Ogni secondo i vostri occhi possono mandare alla corteccia visiva fino a 2 miliardi di informazioni. Il resto del corpo ne può mandare solo fino ad 1 milione.
La vista è circa 1/3 del vostro cervello per volume, e assorbe circa 2/3 delle elaborazioni del cervello.
Non sorprende dunque, che l’illusione della vista sia così convincente. Ma non vi fate ingannare, la vista è un illusione. Mi spiego meglio.
Per creare un esperienza visiva, il vostro cervello registra la vostra comprensione concettuale del mondo, le conoscenze, i ricordi, le opinioni, le emozioni, l’attenzione mentale. Tutte queste peculiarità, e molte altre, sono nel cervello correlate alla vista. Questi legami funzionano in entrambi i versi e di solito si verificano nel subconscio, per esempio, quello che vedete influisce su quello che provate, e quello provate può cambiare letteralmente quello che vedete.
Se vi si dovesse chiedere la velocità di un uomo che cammina in un video, per esempio, la vostra risposta sarà differente se vi si chiede di pensare a ghepardi o tartarughe.
La salita della vostra strada di casa, può sembrare più ripida se vi siete appena allenati, o un punto di riferimento sembra più lontano se portate uno zaino pesante sulle spalle.
E qui giungiamo ad una contraddizione fondamentale: Quello che noi vediamo è una complessa costruzione mentale di nostra costruzione, sperimentandola passivamente, come diretta rappresentazione del mondo intorno a noi.
Creiamo la nostra realtà e ci crediamo
Isaac ha creduto alla sua di realtà finché non si è frantumata in mille pezzi: “La vista è solo un modo, il più comune, per dare forma alla realtà.”
Creiamo le nostra realtà in molti altri modi. Ad esempio la paura crea la nostra realtà. Essa distorce la nostra realtà. Sotto la logica distorta della paura, qualsiasi cosa è migliore dell’incertezza.
La paura riempie i vuoti, facendo passare quello che temete per quello che sapete, concedendo il peggio invece dell’ambiguo, sostituendo delle ipotesi con la ragione.
La paura sostituisce l’ignoto con il terribile.
La paura si auto avvera. Di fronte alle grandi necessità di guardarvi intorno e pensare in modo critico, nel profondo, la paura batte in ritirata, distorcendo e restringendo la visione, tacitando la capacità di riflessione con un afflusso improvviso di emozioni dirompenti.
Di fronte ad un opportunità convincente di agire, la paura spinge all’inattività, inducendo a osservare passivamente profezie che si auto avverano.
Questa paura stava avvolgendo Isaac negandogli ogni possibilità di indipendenza, condannandolo a vivere gli anni che gli rimanevano da cieco, in tristezza ed in solitudine.
Questa è quella storia che stava nascendo in lui dalle sue paure, credendoci ad ogni suo centimetro. Era un bugia, ma era la sua realtà.
Se Isaac non avesse affrontato la realtà delle sue paure, l’avrebbe vissuta e si sarebbe così scritto il suo tragico destino.
Ma, alcune volte, la vita ci sorprende.
Come si fa a vivere una vita con gli occhi ben aperti? Ed Isaac rispose: “è una disciplina che si impara, si può insegnare, si può praticare; siate responsabili di ogni momento, ogni pensiero, ogni dettaglio”.
Guardare oltre le nostre paure riconoscendo le nostre supposizioni, sfruttare la nostra forza interiore per dare una versione differente di successo, e correggere i nostri pregiudizi su quelli che sono i punti di forza e di debolezza.
Le nostre paure, i giudizi e le critiche sono solo scuse, razionalizzazioni e scorciatoie per una resa.
Sono storie che percepiamo come realtà.
Scegliete di vedere oltre
Noi creiamo la nostra realtà, e con quella forza arriva la piena responsabilità. Isaac ha scelto di uscire dal tunnel della paura verso un terreno inesplorato ed indefinito. Isaac ha scelto di costruirsi una vita “fortunata”.
Di cosa avete paura? Che bugie vi raccontate? Come abbellite la vostra verità e scrivete le vostre storie?
Nella vita professionale, nella vita privata, nel vostro cuore, andare all’indietro come il Cercoletto giallo vi fa un gran male. Genera sfiducia e insicurezza mentre in verità si ha bisogno di realizzazione e connessione.
La scrittrice sordo-cieca Helen Keller disse: “l’unica cosa peggiore di essere ciechi, è avere la vista ma non una visione”.
Per Isaac diventare cieco è stata una benedizione, un dramma che genere una rinascita. La sua cecità gli ha donato una visione, uno scopo.
E voi? Quale la vostra visione?