“Andare oltre”, la mostra di Vittorio Contrada curata da Daniela Ricci
La mostra ‘Andare oltre’ del maestro Vittorio Contrada tenutasi presso a Napoli il Castel dell’Ovo dal 31 maggio al 25 giugno, curata da Daniela Ricci è un progetto espositivo, che partendo dagli anni ’70 giunge fino ai nostri giorni, indagando l’universo femminile.
Le sale espositive si susseguono nei due piani allestiti, dove al superiore sono stati collocati i dipinti della retrospettiva, mentre a quello inferiore della mostra ci sono i lavori di questi ultimi anni.
Nel percorre le sale è evidente la differenza cromatica delle due sezioni, dove nella retrospettiva i colori sono cupi, freddi e le figure hanno lineamenti scarni, quasi sofferenti, come lo smarrimento di chi è costretto a vivere il suo tempo.
Colori più vividi nelle opere esposte al piano inferiore, dove l’universo femminile è indagato in diversi atteggiamenti, concentrandone la forza espressiva delle emozioni e sentimenti, tra i quali primeggia la maternità.
Vittorio Contrada si riconosce dalla pennellata vigorosa e definita, anche se la figura femminile è la costante interpretativa delle sue concezioni anche le altre figure utilizzate come i cavalli se ne riconosce il tratto, l’intenzione.
Alla curatrice Daniela Ricci abbiamo posto qualche domanda sulla mostra.
In che cosa consiste oggi il lavoro del curatore?
Il lavoro del curatore è una parte molto importante sia per la realizzazione della mostra sia per l’organizzazione che come tramite tra l’artista, le Istituzioni come in questo caso, o le gallerie private, ed anche le relazioni con la stampa.
Come nasce l’incontro con Contrada?
Nasce perché mi ha contattata lui, chiedendomi di osservare le sue opere. Quello che mi è piaciuto di Contrada è la sua ricerca al femminile. Lui indaga la donna da tutti i punti di vista, la donna che lavora, la donna che ama, la donna che soffre, come icona della modernità, nel senso di difesa dalla vita di oggi. Un simbolo da difendere a tutti i costi, come una matres dei tempi di oggi, perché in particolar modo Contrada, che dipinge da più di cinquant’anni, è passato attraverso l’epoca del digitale. Ha fatto questo salto e quindi indaga non solo tentando di usare le nuove tecnologie ma ne indaga il senso, anche attraverso le sue opere, indaga la tossicità delle tecnologie, il senso delle cose. Mi è piaciuto anche questa sua continuità, dalla retrospettiva che è al piano superiore, ad oggi ha una cifra stilista personale, cioè guardando un quadro di Contrada, si capisce nel tempo che è un Contrada.
La mostra ha come titolo ‘Andare oltre’ cosa ha portato a questa definizione?
E’ andare oltre il tempo di oggi, Contrada attraverso le opere, i colori, le forme, le emozioni quando dipinge tenta di andare oltre per indagare la vita, la solitudine, il malessere dell’uomo contemporaneo che è costretto con l’uso delle tecnologie a patologie. In questo senso Contrada è contemporaneo, perché attraverso le sue opere indaga questo particolare momento storico.
Fonte foto: Pasquale Fabrizio Amodeo