Ottimismo vs pessimismo: quale “lupo” nutri?
Avete presente quelle giornate ove iniziano male e continuano peggio? Del tipo quando sentite la sveglia del mattino e nel momento che cercate con un occhio ancora chiuso di disattivarla sbattete accidentalmente il mignolo della mano al comodino. E da lì, oltre l’esclamazione di dolore, aggiungete sarcasticamente: ”Ecco come cominciare bene la giornata!”.
E proprio da quell’inizio “una serie di sfortunati eventi“, citando Lemony Snicket, succedono a capofitto; non si trovano le ciabatte che pensavi fossero accanto a letto, la camicia che volevi indossare per quel importante colloquio a una macchia di caffè che neanche nonna ACE è riuscita a togliere, il dentifricio è terminato se non una punta strizzata con la forza bruta di Hulk e anche la carta igienica, nel momento più propizio, ti ha dato il ben servito.
Al di là della sottilissima ironia, la giornata sembrerebbe proprio aver preso una brutta piega. Ogni cosa che vi affaccendiate a compiere, si camuffa in un perpetuo e strano capitombolo su se stesso. Eppure il giorno prima eravate cosi sereni e fiduciosi nella giornata avvenire, ma allora, cosa è accaduto?
C’è chi pensa sia finita la scorta di fortuna mensile e necessità di un qualche corno rosso da indossare o toccare del grezzo ferro per riprendere il controllo del timone su questa tempesta in mare aperto; c’è chi pensa siano fausti e incisivi segni di un destino perverso atto a proibire ogni forma di successo esclusivamente contro di voi, c’è chi pensa che al semaforo, forse, era meglio non farlo attraversare quel gatto nero.
Ma sapete la storia del gatto nero come è nata?
Facendo un balzo indietro nel tempo, tornando all’epoca dei spostamenti in carrozze con lievi lanterne a far luce, durante i percorsi notturni, i cocchieri, spesso, perdevano il controllo dei cavalli poiché un gatto gli attraversò la strada, ed essendo notte, per l’appunto, i cavalli non si accorgevano se non all’ultimo dello sgattaiolamento del felino, e la sottolineazione del colore fu associata al nero solo perché con l’oscurità non si poté capire il colore.
Alla luce di questa parentesi storica, si potrebbe dedurre che la sfortuna sia dovuta ad un convinzione protratta nel tempo e data come vera. Quindi potremmo associare il nostro attuale sistema di convinzioni al paro del credo sull’esistenza degli unicorni. Graziosa allegoria, ma non tangibile.
Numerose sono state da sempre il circolo di credenze e convinzioni che ci portano a volte a condannare le nostre giornate come meri fallimenti. Questi stessi pensieri, spesso negativi, si rivolgono come profezie auto avveranti, esperienza passate protratte nel tempo sia nel presente che nell’ipotetico futuro, proiettando cosi qualsiasi visione di una catastrofe.
E se fossero queste esperienze a farci convincere del “sicuro” schianto di quel meteorite su di noi, voi lo evitereste?
Si dice che il buio e il silenzio, in natura, amplificano tutto ciò che risiede dentro noi, che sia gioia o malinconia, rimbomberà sino a indurre noi stessi che quella precisa emozione sia la reale chiave di volta della nostra personalità.
Siamo esseri umani, imperfetti, ma con una splendida qualità. La possibilità di cambiare.
Cambiando le scelte, interagendo sul struttura di quelle illusioni vincolanti, potremmo raggiungere l’apice delle possibilità sensibili all’adattamento.
Spesso sono le crisi personali a mettere tutto in discussione improvvisamente, causando shock, depressione, ansia e un senso di incertezza nella vita presente e futura. Ne sono un esempio le perdite di persone significative, la perdita del lavoro o di una posizione sociale, e tutti quegli eventi che mettono in discussione una posizione abitudinaria, risvegliando le emozioni sottostanti, a lungo sopite, e in generale mettendo in discussione tutto l’assetto emotivo tenuto fino a quel momento “sotto controllo”.
È proprio questa crisi che va rielaborata, modificata, fatta a pezzi e ricomposta su ciò che nel nostro io desideriamo realizzare, compiere e godere.
Da qui abbiamo la grande opportunità di trasformare quella mattinata cosi riprovevole in qualcosa di comico nel momento presente.
Il fulcro sta nella scelta, la scelta di riconoscere i propri limiti da superare con volontà e fermezza, e poi mettendosi a disposizione di un cammino personale di evoluzione e di ricerca, svolto senza fretta e pregustandone tutti gli stadi. Ovvio che tutto questo ha un enorme prezzo in termini di sacrifici da far fronte, ma vi assicuro che restituisce altrettanto, se non di più, in termini di salute e benessere personale.
Alla fine dei giochi, ciò che conta, non è tanto la sfortuna su quale ruota gira, ma tu come ti poni ad essa. Dai piccoli e ironici inciampi quotidiani alle grandi sfide del tuo percorso di vita, il tutto sta nel modo in cui decidi sfidare la sorte.
Una leggende indiana narra di 2 lupi, uno che vive nel buio del pessimismo e un altro, invece, sempre ottimista che vive nella luce.
Quale dei due lupi vince? Quello a cui dai da mangiare. Scegli quale Lupo nutrire.