Ai Weiwei, l’arte come voce di libertà

Presentata questa mattina in Palazzo Vecchio, l’anteprima della mostra Ai Weiwei. Libero, visitabile a Palazzo Strozzi dal 23 settembre al 22 gennaio prossimi. Curata da Arturo Galansino (direttore della Fondazione Palazzo Strozzi), si tratterà della prima mostra in Italia dedicata all’artista dissidente cinese Ai Weiwei, che sarà presente nel giorno dell’inaugurazione. www.fondazionepalazzostrozzi.org

FIRENZE – L’arte, quella vera, è strumento di propagazione del bello, ma anche mezzo per far circolare idee e opinioni, promuovere lo sviluppo civile, e lanciare messaggi di speranza nelle situazioni più difficili. Guernica di Picasso, La libertà di Delacroix, il Perseo di Cellini, sono opere che all’estetica uniscono la profonda valenza sociale. In un’epoca di transizione come questo inizio di Terzo Millennio, funestato da violenze e sciagure di ogni genere, la riflessione sul futuro dell’umanità è quantomai opportuna la presenza dell’arte quale mezzo di riflessione.
Fra i massimi esponenti dell’arte contemporanea, l’artista cinese Ai Weiwei (Pechino, 1957), nelle sue opere non si limita alla mera questione estetica, ma le permea di profondi messaggi di richiamo e di critica a problematiche sociali di portata globale. L’installazione Reframe (della quale questa mattina è stato svelato il rendering), interesserà la facciata settentrionale e quella orientale di Palazzo Strozzi, con ventidue grandi gommoni arancioni che contorneranno le finestre; lo scopo, è quello di sensibilizzare l’opinione occidentale sulla piaga dell’immigrazione e dei rifugiati, sulle tante vite consumate nella sofferenza. È infatti evidente il richiamo alle fragili imbarcazioni a bordo delle quali centinaia di migliaia di disperati rischiano ogni anno la vita, nella speranza di raggiungere l’Europa, di lasciarsi alle spalle guerre, carestie e persecuzioni. Reframe è un’altra tessera dell’impegno di Ai Weiwei sul fronte dell’emergenza immigrazione, ricordiamo ad esempio il pianoforte bianco portato nel campo profughi dell’isola greca di Idomeni lo scorso marzo, per alleviare le sofferenze dei migranti e offrire, attraverso la musica, un raggio di speranza futura.
L’istallazione farà parte della grande antologica di settembre, che si affiancherà alle mostre già in corso dedicate a Jan Fabre e John Currin, rispettivamente al Forte Belvedere e al Museo Bardini; la città di Firenze prova quindi ad inserirsi in grande stile sulla scena dell’arte contemporanea, dopo il “prologo” di Jeff Koons in Piazza della Signoria.
Accanto ad Arturo Galansino, anche il sindaco di Firenze Dario Nardella, e il Presidente dell’Ente Cassa di Risparmio di Firenze Umberto Tombari, che hanno parlato dell’importanza del partenariato fra istituzioni pubbliche e private, anche in campo culturale, per sviluppare sinergie in grado di sfruttare al massimo il potenziale della città. Sulla portata dell’evento si è soffermato il sindaco, affermando come ben vengano opere in grado di far riflettere su tematiche delicate come l’immigrazione, e Firenze è orgogliosa di essere una sorta di laboratorio artistico da dove lanciare messaggi del genere. Tuttavia, certi problemi possono essere risolti soltanto alla radice; se Firenze si proclama città dell’accoglienza, ciò non deve far recedere l’Europa intera dall’intervenire direttamente nei Paesi che oggi sono terra d’immigrazione, per portare sul posto quello sviluppo di cui tanti disperati vengono in cerca, spesso invano, in Europa. Un richiamo ben preciso alle responsabilità etiche e politiche dei Paesi europei, che ancora non hanno completamente ripagato il debito contratto nell’epoca coloniale.
Su queste premesse, le opere di Ai Weiwei saranno per la città una prestigiosa occasione di riflessione confronto con l’arte contemporanea. La mostra occuperà, come mai accaduto prima, tutta la struttura di Palazzo Strozzi, dal cortile ai due piani interni, oltre alle due facciate esterne, come detto di sopra. Inoltre, sarà coinvolta anche la città, poiché il Mercato Centrale e la Galleria degli Uffizi ospiteranno altre due installazioni, mentre saranno avviate collaborazioni con vari enti cittadini, fra cui il Teatro della Pergola.
Una mostra, quindi, che abbraccia idealmente tutta la città, proiettandola per alcuni mesi al centro della scena artistica contemporanea mondiale.