“Pace, Arte e Geopolitica” va in scena all’Ambasciata Svizzera

Giovedì 10 ottobre 2024, nella splendida cornice di Villa Monticello, sede dell’Ambasciata di Svizzera a Roma, si è tenuta la conferenza intitolata “Pace, Arte e Geopolitica”. L’evento, di altissimo rilievo e caratterizzato da un approccio innovativo, ha esplorato il complesso e affascinante rapporto tra arte e la promozione della pace nell’attuale contesto geopolitico mondiale. La conferenza si è rivelata una preziosa occasione per analizzare in che modo l’arte possa offrire nuovi strumenti e prospettive per affrontare i conflitti contemporanei e favorire il dialogo tra i popoli.
In un periodo storico segnato da conflitti violenti e da crisi umanitarie alle porte dell’Europa, il tema della pace è più urgente che mai. Le drammatiche immagini di guerre, violenze e catastrofi naturali in tutto il mondo pongono l’umanità di fronte alla necessità di trovare nuove strade per la riconciliazione e la cooperazione internazionale. La conferenza ha rappresentato un momento di riflessione profonda su queste tematiche, cercando di delineare una via d’uscita per la promozione della pace, attraverso la valorizzazione dell’arte come strumento di cambiamento sociale.

L’evento è stato introdotto dall’Ambasciatrice di Svizzera in Italia, Monika Schmutz Kirgöz, che ha aperto i lavori evidenziando l’importanza del dialogo tra arte e politica per affrontare le sfide cruciali del nostro tempo. In particolare, ha sottolineato come la cultura e l’arte possano agire come ponti per superare le divisioni e promuovere la comprensione reciproca tra le nazioni. Alla conferenza hanno partecipato personalità di spicco nel campo della risoluzione dei conflitti, esperti di pace e artisti di fama internazionale, creando così un terreno fertile per il confronto e la condivisione di idee.
Tra i relatori, il programma (vedi allegato) ha incluso figure di rilievo provenienti sia dal mondo delle arti che da quello della geopolitica. L’intento comune è stato quello di esplorare come l’arte possa contribuire a sensibilizzare il pubblico sui temi della pace e della giustizia internazionale. In sala erano presenti circa 100 ospiti, tra cui politici, intellettuali, artisti, membri delle Forze armate e rappresentanti della società civile, a sottolineare l’importanza del ruolo della collettività nel costruire nuovi ponti verso una pace duratura.
Uno degli elementi centrali dell’evento è stato il legame tra la conferenza e la commemorazione del 75° anniversario delle Convenzioni di Ginevra, le quali costituiscono il cuore del diritto internazionale umanitario. La Svizzera, in qualità di Stato depositario delle Convenzioni, si conferma un punto di riferimento nella promozione della pace e della protezione dei diritti umani a livello globale. Questa cornice ha offerto ai partecipanti un’occasione unica per riflettere non solo sull’attualità geopolitica, ma anche sul ruolo che il diritto internazionale umanitario continua a giocare nella prevenzione dei conflitti e nella protezione delle popolazioni civili.

Ad arricchire ulteriormente l’evento, è stata allestita la mostra “Dialoghi sull’umanità”, una raccolta di opere fotografiche realizzate da artisti internazionali che documentano e riflettono i legami tra arte, conflitti e processi di riconciliazione. Le immagini esposte hanno messo in luce il potere dell’arte di raccontare storie di dolore e di speranza, testimoniando gli effetti devastanti delle guerre, ma anche la resilienza delle comunità colpite. L’arte, quindi, emerge come un potente strumento di documentazione e memoria collettiva, capace di dare voce a chi spesso non ha la possibilità di esprimersi.
Un tema centrale della conferenza è stato il ruolo dell’arte come mezzo di comunicazione politica. Attraverso le sue molteplici forme di espressione, l’arte può fungere da veicolo di protesta e di resistenza, plasmando così la narrativa storica e contribuendo attivamente alla creazione di una memoria condivisa. Gli sviluppi geopolitici influenzano inevitabilmente le dinamiche artistiche, e viceversa: le opere d’arte possono diventare simboli di cambiamento, capaci di ispirare nuovi modi di pensare e di agire.
In conclusione, la conferenza “Pace, Arte e Geopolitica” ha offerto una piattaforma di discussione innovativa e interdisciplinare, in cui l’arte si è affermata come un potente alleato nella promozione della pace e della giustizia internazionale. L’evento ha dimostrato come, attraverso il dialogo tra le diverse discipline e culture, sia possibile creare nuove sinergie per affrontare le sfide globali con una prospettiva più ampia e inclusiva.