Celebrazioni in Santa Maria Maggiore per la 61a Giornata dell’Africa
Si terrà lunedì 27 maggio 2024, alle ore 15:30, presso la Basilica di Santa Maria Maggiore, una celebrazione eucaristica tenuta dal Cardinale Segretario di Stato Pietro Parolin che, insieme ad altri prelati, in particolare africani della Curia romana e sacerdoti africani residenti in Italia, onoreranno il primo Ambasciatore africano accreditato presso la Santa Sede, Sua Eccellenza Antonio Manuel N’Vunda, sepolto appunto, nella cripta della basilica romana, all’inizio del XVII secolo.
Celebrazioni per la Giornata dell’Africa
La celebrazione eucaristica, organizzata dagli Ambasciatori del Gruppo africano residente, accreditati presso la Santa Sede, coinciderà con la 61a Giornata dell’Africa che si festeggia il 25 maggio, data in cui vennero firmati, nel 1963, gli accordi dell’Organizzazione dell’unità africana, tappa fondamentale per il processo di decolonizzazione e di successiva emancipazione del continente africano che ancora oggi lotta per lo sviluppo, il progresso economico, sociale e culturale del continente intero.
Il Gruppo africano degli Ambasciatori residenti accreditati presso la Santa Sede si compone di 15 paesi del continente di cui Angola, Burkina Faso, Camerun, Congo, Costa d’Avorio, Egitto, Gabon, Ghana, Guinea Equatoriale, Libia, Marocco, Mozambico, Nigeria, Repubblica Democratica del Congo e Senegal. Sua Eccellenza Antoine Zanga, Ambasciatore del Camerun ne è il Decano.
Alle 15:00, prima della celebrazione eucaristica verranno depositate due corone di fiori sulla tomba di Papa Paolo V, presso la Cappella Paolina, e sulla tomba del Marchese António Manuel N’Vunda presso la cripta della Basilica di Santa Maria Maggiore.
Il primo Ambasciatore africano
Non vi è occasione migliore per approfondire la storia del primo Ambasciatore africano ad essere delegato presso la Santa Sede da Papa Paolo V appunto. La storia risale ormai a più di 400 anni fa; tuttavia, è esempio icastico di volontà cristiana e determinazione. È il 1604 quando re Alvaro II Mpanzu a Nimi del Kongo – territorio allora comprendente buona parte dell’Africa centrale – da poco convertitosi al cristianesimo, incaricò il Marchese António Manuel N’Vunda di recarsi in Roma presso Papa Paolo V, al secolo Camillo Borghese. È il Seicento e compiere un viaggio dal cuore dell’Africa fino alle porte di San Pietro è talmente pericoloso da potersi definire impresa eroica. E in questa impresa N’Vunda riesce, dopo un pellegrinaggio periglioso e pieno di insidie, ammalatosi nel viaggio, giunge a Roma. Si tramanda che Papa Paolo V ordinò che venisse curato e lui stesso andò al suo capezzale per riceverne le credenziali. Riuscì nell’impresa ma N’Vunda morì poco dopo, divenendo di fatti il primo Ambasciatore africano ad essere accreditato presso la Santa Sede.
Si narra anche che il ricordo di N’Vunda rimase impresso per molto tempo nel cuore dei romani e ancora oggi, presso il Palazzo del Quirinale, nella Sala dei Corazzieri, lo si può scorgere, sollevando lo sguardo, in un dipinto del 1615. Ancora, il celebre scultore Stefano Maderno ne impresse il busto oggi visibile nella prima cappella a destra della Basilica di Santa Maria Maggiore dove, ricordiamo, si celebrerà l’evento.