Don McCullin, il reporter delle tenebre
Cultura
11 Ottobre 2023

Don McCullin, il reporter delle tenebre

Un fotografo figlio della working class colpevole di aver raccontato per una vita gli ultimi del pianeta. Dall'East End Londinese al Biafra, i conflitti sociali mantengono sempre la loro carica tragica.

di Gianluca Vignola

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«Non si deve andare in un altro Paese per testimoniare la sofferenza, ci sono guerre sociali nelle nostre città: poveri, senzatetto, immigrati, rifugiati. Io non me li sono mai dimenticati».

Vengono in mente queste sue parole, rivedendo le fotografie di Don McCullin finalmente in mostra anche in Italia.

A esporre le opere del fotografo nato a Finsbury Park è il Palazzo delle Esposizioni di Roma, che fino al 28 gennaio 2024 consentirà ai visitatori di ripercorrere tutte le tappe della carriera di uno dei pesi massimi della fotografia. 

Quella di Don McCullin è una carriera che parte dal basso. Figlio della working class inglese, vive nei sobborghi londinesi e condivide con i futuri soggetti dei suoi lavori i dolori e le sofferenze di chi da vivere deve guadagnarselo giorno per giorno. 

Il suo è uno sguardo diretto, privo di filtri o di ricostruzioni sceniche. Non vi è pietà nei ritratti: l’indigenza, la crudeltà, la malattia vengono mostrate senza mezze misure. 

Il suo è uno sguardo necessariamente politico. Senza dubbio mai paternalistico. La macchina fotografica di McCullin arriva lì dove il sistema mostra le sue crepe. È lì per sottolineare ciò che invece la società dei consumi vorrebbe nascondere. Perché i conflitti sociali sono sempre gli stessi, nell’East End londinese come in Biafra. 

I senza tetto di Spitalfield vengono raccontati con la stessa grazia di quei film del Free Cinema inglese. Stessa necessità di ribaltare la retorica borghese dell’establishment. Del resto, per sguardo ed età anagrafica, McCullin è un Hungry Young Man che ha saputo allargare il suo sguardo conflittuale anche ad orizzonti più lontani. Alla guerra in Vietnam, ad esempio, durante la quale si fece testimone delle atrocità subite dagli indipendentisti vietnamiti.        

Forse per background e origini umili, l’istinto di sedersi al tavolo coi vinti non gli passerà mai. McCullin è e sempre sarà un reporter delle tenebre. Uno che, per dirla come John Le Carré, «è arrivato sui campi di battaglia con le ferite aperte e da allora si è amaramente rifiutato di farle cicatrizzare».