La domanda per Franceschini è sempre la stessa: “E la cultura?”

Il Ministro dei Beni, delle Attività Culturali e del Turismo Dario Franceschini torna a parlare in collegamento alla Rai. Questa volta è ospite di Fabio Fazio a Che tempo che fa nella serata del 3 maggio 2020 dove viene invitato a parlare di cultura, di arte e di spettacolo in relazione ai tempi bui che stiamo passando e al loro lento, lentissimo movimento verso la normalità.
Come aveva già preventivato in altre situazioni il ministro risponde alle prime domande del conduttore riguardo al turismo estivo ribadendo come cautela e attesa dovranno contraddistinguere le vacanze 2020: l’intervistato sostiene che ancora non si sa come, né tantomeno quando si potrà parlare di mare, di spiaggia e di sole in quanto tutti i litorali e gli stabilimenti balneari della nazione devono aspettare il vademecum del comitato scientifico prima di aprire alle prenotazioni.
In questa situazione di instabilità persistente Franceschini ricorda alcuni provvedimenti pratici su cui il governo è al lavoro, come togliere imposte, rilasciare contributi a fondo perduto e aiuti alle imprese e soprattutto donare alle famiglie con reddito medio-basso dei voucher da spendere in eventuali pernottamenti estivi sotto forma di tax-credit.
Sul grande schermo accanto al volto di Franceschini appaiono foto dei buffi quanto possibili progetti di distribuzione di ombrelloni sulle spiagge e di strutture in plexiglass per la protezione. Fa un certo effetto vederli proposti come possibili esempi del futuro adattamento di cui parla il ministro, il quale di contro ribadisce serio quanto l’Italia tutta, aldilà dei goliardici progetti che spopolano sul web, stia dando prova di grande resilienza oltre che maturità e apertura mentale al cambiamento.
«Le misure di precauzione sono un atto di dovere verso il prossimo, un atto di altruismo»
Nonostante Fazio incalzi continuamente domande circa la cultura, la prossima riapertura dei musei prevista per il 18 maggio solo per le strutture che potranno garantire accessi contingentati, la ripartenza di eventi come concerti e messe in scena teatrali il ministro lascia intendere che per ora è meglio “sperimentare nuove modalità creative” e rilancia la piattaforma Netflix della cultura. L’idea precedentemente presentata durante un’intervista ad Aspettando le parole di Gramellini sarebbe quella di inserire online contenuti fruibili a pagamento che grazie alla piattaforma sarebbero tutelati nella vendita, nella qualità e nella performance finale.
Nella crisi attuale fisica e spirituale che attanaglia cuori e menti dovremo quindi tutti continuare adattarci per un periodo ancora da definirsi. Fase 2 e fase 3 saranno momenti di attraversamento di “territori inesplorati”, come sostiene il ministro, forse alludendo velatamente al fatto che tutte le strategie per fondi ed aiuti debbano ancora essere studiate.
Il pensiero va allora alle migliaia di persone che lavorano nell’ambito culturale con contratti complicati, intermittenti e pagati poco; speriamo vivamente che a questa fascia di operatori arrivino presto aiuti concreti.