Condanna a 15 anni per il rom che uccise l’agente di polizia Nicolò Savarino. Giustizia è fatta?
Oltre anno fa, era gennaio del 2012, aveva travolto e ucciso alla guida di un suv l’agente della polizia locale di Milano Nicolò Savarino, ora il tribunale per i minorenni di Milano ha emessa la sentenza di condanna di primo grado a 15 anni di carcere, essendogli state riconosciute le attenuanti generiche prevalenti sulle aggravanti, che ha di fatto quasi dimezzato la richiesta del pm a 26 anni, la massima pena per i delitti commessi da minorenni. La pena è molto lieve se si considera la prospettiva iniziale di una condanna all’ergastolo, nel caso fosse stato riconosciuto maggiorenne all’epoca dei fatti.
Si è conclusa così, la prima parte del percorso giudiziario di Remi Nikolic, che ora ha quasi 19 anni, ma è stato riconosciuto minorenne all’epoca dei fatti.
La città di Milano era rimasta sconvolta da questo evento tragico in cui l’agente di polizia Savarino perse la vita mentre stava svolgendo il suo lavoro e ai funerali partecipò una folla commossa e sgomenta.
Il Comune di Milano a dicembre dello stesso anno gli assegnò l’Ambrogino d’Oro alla memoria, la massima onorificenza e il 23 gennaio di quest’anno gli ha intitolato il parco cittadino di Via Livigno, situato a ridosso del Comando di polizia locale, in cui Nicolò Savarino prestava servizio, come vigile di quartiere.
Ma la vicenda giudiziaria di Remi Nikolic è destinata a proseguire perchè i suoi legali presenteranno, sicuramente appello ad altri gradi di giudizio.
L’iter giudiziario, cominciato con l’estradizione dall’Ungheria, dove Nikolic si era rifugiato subito dopo il fatto, continuerà e la sentenza che lo riconosce colpevole di omicidio volontario, potrà essere ridiscussa. Infatti, come già ha annunciato il suo legale, si tenterà di far riconoscere in appello l’omicidio colposo. Se questo avverrà la pena per il ragazzo, sarà ulteriormente scontata e potrebbe anche non essere mai trasferito in un carcere giudiziario ordinario, dovendo ancora rimanere detenuto nel penitenziario minorile per altri due anni, fino al compimento dei 21 anni, come prevede la legge.
Difficile considerare giustizia questa condanna, specie nella prospettiva di un probabile sconto di pena, che rimetterebbe presto in libertà chi si è macchiato di un così grave delitto, che ha tanto scosso l’opinione pubblica milanese e non solo.
Sebastiano Di Mauro
23 marzo 2013